I varesini non fanno più bambini. A Mercallo e Inarzo le isole felici

lo studio della Liuc - Nel capoluogo i decessi superano le nascite, come a Busto. Gallarate con il “segno più”

– A Varese non si nasce più: di questo passo, nel 2035 la Città Giardino avrà appena 71mila abitanti. Lo si scopre spulciando tra i database della piattaforma “100% Lombardia”, un’iniziativa del Centro di ricerca per lo sviluppo del territorio (Cerst) dell’università Liuc di Castellanza, realizzata in collaborazione con l’area economico-statistica di Eupolis Lombardia.

Si tratta di una piattaforma di indicatori statistici multitematici utili a ricostruire l’identikit dei comuni lombardi rispetto a una vasta gamma di fenomeni, che spazia da aspetti strettamente economici fino a quelli territoriali, ambientali, demografici, sociali, turistici e di infrastrutturazione. «Un set informativo ampio e trasversale – lo descrive il direttore del Cerst, Massimiliano Serati – dedicato ai comuni lombardi, che la Regione sta già usando come supporto alle proprie attività di programmazione e che può

essere utile ai territori per conoscere meglio sé stessi, autovalutarsi e inquadrare il proprio stato di salute facendo benchmarking con altri territori». Uno dei dati che per primi saltano all’occhio sono quelli sul trend demografico in atto. La dinamica delle nascite in provincia di Varese è in netta frenata: nel 2014 sono stati registrati all’anagrafe 7541 nuovi nati, contro gli 8382 del 2010, mentre i morti sono stabili, 8189 nel 2014 contro gli 8135 del 2010. Un fenomeno che è a macchia di leopardo in provincia. Varese è il capoluogo anche per il crollo delle nascite: appena 629 nel 2014, a fronte di 881 morti, mentre a Busto Arsizio le nascite sono state 710, contro 800 decessi. Gallarate resiste con il segno più: 490 nuovi nati a fronte di 482 funerali.

Ma ci sono anche realtà in cui le nascite superano di gran lunga le morti, come Caronno Pertusella (208 contro 138), Somma Lombardo (190 contro 150), Olgiate Olona (125 contro 96), oppure le piccole Inarzo (12 nati a fronte di 5 decessi) e Mercallo (22 a 11). L’unico Comune rimasto senza vagiti nel 2014 è stato Tronzano Lago Maggiore. Tra le sezioni di “100% Lombardia” c’è anche quella sulle previsioni demografiche, realizzate in base ai trend attuali. La popolazione della provincia di Varese, oggi attestata sugli 890mila abitanti, è destinata a ridursi notevolmente: nel 2035, secondo le stime, saremo appena 821mila, di cui circa 419mila donne e 401mila uomini. Busto Arsizio, oggi la città più popolosa con oltre 82mila residenti, scenderà ad una popolazione di appena 74mila abitanti, mentre Varese, che oggi supera ancora gli 80mila, arriverà ad avere appena 71mila residenti. Ma quello che più preoccupa è il dato previsionale sull’indice di dipendenza degli anziani, che rappresenta il numero di individui non autonomi per ragioni demografiche ogni 100 individui potenzialmente attivi.

Se oggi in provincia di Varese sono il 35%, le previsioni per il 2035 portano questa percentuale addirittura al 56,3%. Nel capoluogo Varese la stima supera il 62% (oggi siamo attorno al 42), a Busto Arsizio il 58 (oggi a quota 37%). Se aggiungiamo agli anziani “dipendenti” anche i giovani “dipendenti” (under 14), che oggi sono 21 su 100 e nel 2035 si stima saranno il 20,1%, il quadro del 2035 è quello di una provincia di Varese in cui un quarto di individui attivi dovrà sostenere tre quarti di individui teoricamente non autonomi. Insomma, c’è un trend da invertire.