Il buio e l’amore, nel segreto di lei

Venerdì 14 ottobre, dalle 18, alla libreria Zivago di Milano la presentazione dell’ultimo lavoro di Dino Azzalin

Sarà un poeta, Mario Santagostini, insieme ad un giornalista, Luigi Mascheroni, a presentare venerdì 14 ottobre, a partire dalle 18, alla libreria Zivago di Milano, l’antologia di racconti amorosi “Nel segreto di lei” del varesino Dino Azzalin, poeta, giornalista, editore e soprattutto medico odontoiatra che da più di 30 anni si dedica al volontariato in Africa, in particolare nelle regioni dell’Etiopia, del Kenia e della Tanzania. Uscita qualche mese fa per ES, nell’elegante collana “Ars Amandi”, l’opera ha già esaurito la prima edizione, complice il mistero che attraversa tutti i quindici racconti in cui prende anima, e corpo, l’amore in tutte le sue declinazioni.

«Qualcuno ha scritto che si tratta di un genere erotico, ma non c’è niente di più falso – spiega l’autore – ogni nascita presuppone un atto d’amore, l’eros che intendo non è mai volgare o pornografico, piuttosto è basato sulla cultura del desiderio e sulla celebrazione della bellezza».

Racconti (storie) d’amore e di buio, come del resto recita il sottotitolo: «Credo che l’amore vinca su tutto, sempre, e non intendo un amore banale dagli stereotipi comuni, ma storie originali, forti, di confine, dove l’aspetto principale è scendere dentro gli abissi dell’uomo. Nel libro ci sono molti colori d’amore, da quello filiale a quello per la divinità, da quello omosessuale a quello per la natura, fino a quello per l’arte e il sapere universale».

L’amore per Azzalin è «un’anima che si completa nell’incontro con un’altra anima, poiché l’uomo è biologicamente incompleto. I personaggi di questi racconti sono travolti da un caos infernale che culmina con la pace dei sensi attraverso la catarsi che produce l’atto sessuale, ed è lì che “muoiono” ritornando alla loro origine. Si tratta di anime sole che trovano la loro identità negli incontri con altrettante anime sole».

Il tema dell’amore era già presente nelle sue opere precedenti, con uno sguardo rivolto spesso alla divinità: «Dio ha il volto dei derelitti – afferma Azzalin – l’ho sentito vicino nel deserto del Sahara che per me è stato il viaggio dei viaggi».

Dalla “viandanza” sono nati infatti i fortunati “Diario d’Africa” e “Mani Padamadan”, che raccolgono, nel primo caso, i volti, i sorrisi, le gioie e i dolori degli africani, mostrando il duplice volto del continente nero: la commovente bellezza della Rift Valley e i fenicotteri rosa, l’affascinante isola di Lamu e la gioia di vivere degli Africani.

Tutto ciò si scontra con l’altra faccia ovvero le malattie, l’Aids, la fame e la miseria. “Mani Padamadan” invece «è un excursus dal primo viaggio dell’infanzia, accompagnato dal dolcissimo ricordo del padre, il vero educatore al viaggio, fino all’incontro con il cinico e straordinario Tony Ferro che nasconde una sorta di umanità, negli incontri preziosi con la gente in Indonesia, Indocina e Russia».

«Per scrivere un buon libro bisogna leggerne tanti di più buoni, il vantaggio lo fanno sempre i libri che si leggono e non quelli che si scrivono. Certo è che anche la comunicazione e soprattutto le presentazioni sono state molto importanti, in questi mesi ho girato dalla Sicilia fino al Friuli passando da Roma e Firenze, incontrando ovunque amici e gente meravigliosa».

«Direi molto bene considerato che i miei libri sono stati finora prevalentemente la poesia e i racconti di viaggio. La ricognizione, che ho fatto in questo libro, è stata anche quella di far convivere i diversi generi, questo è anche il valore aggiunto del testo; le parole hanno interagito in modo elegante tra di loro istruendo un viaggio segreto attraverso la poesia dell’amore. Solo a Varese è stata venduta, tra librerie e presentazioni, più di metà dei volumi della prima edizione, e per un dentista-poeta prestato come me al racconto, è davvero un successo».