Il caso delle coltellate è sempre più un giallo

Orino - Chiesto l’incidente probatorio sul misterioso coltello. Analisi su sangue e impronte digitali

– Lite tra soci finita a coltellate: depositata la richiesta di incidente probatorio. Al centro degli interessi convergenti di accusa e difesa c’è un coltello. Il fatto è accaduto lo scorso 25 aprile. Marco Moscatelli, 32 anni, fu arrestato con l’accusa di tentato omicidio dopo aver accoltellato il socio in affari, gaviratese di 40 anni.

Il racconto dell’accaduto contrasta. Moscatelli parla di un’aggressione da parte del socio, che lo avrebbe colpito con un cacciavite, per questioni economiche. Lui si sarebbe difeso sferrando al rivale almeno trenta coltellate, nessuna delle quali, fortunatamente si è rivelata fatale. Resosi conto dell’accaduto, dice Moscatelli, avrebbe caricato il socio in auto per portarlo in ospedale a Cittiglio. La versione del quarantenne è molto diversa. Fu Moscatelli ad aggredirlo accoltellandolo e, fatto fondamentale, lo mise sì

in auto (la fidanzata di Moscatelli ha chiamato anche il 118) ma non per portarlo in ospedale, bensì per finirlo. E in auto Moscatelli avrebbe continuato ad accoltellarlo. I carabinieri della compagnia di Luino, coordinati nel corso delle indagini dal pubblico ministero Sara Arduini, vicino al pronto soccorso dell’ospedale di Cittiglio hanno trovato una lama sulla quale parrebbero essersi tracce di sangue. Arduini ha quindi chiesto al gip di affidare a un genetista, in sede di incidente probatorio, l’incarico per accertare se quello sia effettivamente sangue e se sì a chi appartenga. Jacopo Maioli, avvocato di Moscatelli, ha chiesto che oltre alle analisi sulla materia organica che forse è sangue, vengano eseguiti accertamenti anche su eventuali impronte presenti sulla lama. «In sintesi – spiega Maioli – vogliamo sapere chi impugnava il coltello». Non solo. È stato inoltre chiesto, dalle difese, di estendere l’esame anche all’auto utilizzata da Moscatelli per trasportare la vittima. «Si tratta – aggiunge Maioli – di stabilire se in auto vi siano tracce di sangue. Qualora non ve ne fossero ovviamente l’ipotesi accusatoria verrebbe a cadere. Se ne saranno trovate il perito dovrà prima di tutto stabilire a chi appartenga il sangue. E analizzando la posizione delle tracce capire se queste siano compatibili o meno con l’ipotesi di una seconda aggressione che il nostro assistito smentisce».

La procura crede alla ricostruzione della vittima. Tanto che a Moscatelli sono state rifiutate le richieste di scarcerazione o gli arresti domiciliari: il trentaduenne è ancora in carcere. Il gip entro lunedì dovrà decidere se accogliere o rigettare la richiesta di incidente probatorio. Qualora la richiesta venisse accolta sarà fissata un’udienza ad hoc entro la quale sarà affidato l’incarico al perito genetista che dovrà eseguire gli accertamenti del caso.