Il centro storico perde pezzi. «Temporary store nei negozi sfitti»

Mentre a Varese continuano a chiudere attività commerciali, ecco l’idea di Paolo Ambrosetti

Il centro storico perde pezzi: sono sempre di più i negozi che chiudono. Ad andarsene sono i piccoli commercianti ma anche le grandi catene, ma ci dev’essere una ragione e un modo per contrastare questo impoverimento. Intanto le vetrine vuote potrebbero rinascere, almeno per Natale.

Dall’inizio dell’anno ad oggi si è dato l’addio a realtà importanti come Alesini, Brumana e La Libreria del Corso, solo per citarne alcuni.

Anche il turn over di negozi che aprono e chiudono, specialmente in alcune vie come Carrobbio, San Martino o via Como, è talmente veloce che nemmeno ci si rende più conto di chi va e chi viene. E adesso arriva la notizia che anche Carla Checchi getta la spugna.

Dopo essersi trasferita in via Cattaneo, per far posto a Zara Home nelle sue storiche vetrine di corso Matteotti, angolo piazza Podestà, la boutique chiuderà definitivamente. Anche Babilonia, la merceria di via Cavour con decenni di attività alle spalle, chiuderà con la fine dell’anno.

E in corso Matteotti si svuoteranno anche le vetrine di SoldOut, ex Casa del Disco proprio di fronte alla Libreria del Corso, molto probabilmente, anche se non è ancora ufficiale, quella della catena francese Promode e persino Carpisa potrebbe abbandonare la via principale dello shopping per cercare un negozio con meno spese. Vetrine vuote nel bel mezzo del centro storico che, a cominciare proprio con gli spazi abbandonati da Sisley all’inizio di corso Matteotti, metteranno davvero tristezza.

In attesa che si indaghino le ragioni di questa moria ci potrebbe essere una proposta per “camuffare” gli spazi abbandonati e renderli vivi e attrattivi.

È quella di renderli dei temporary store, delle vetrine accese per un tempo limitato su uno o più prodotti. La proposta è sempre di Paolo Ambrosetti, titolare dell’omonima valigeria e un vulcano di idee per cercare di risollevare le sorti del commercio cittadino.

«Se le associazioni di categoria, piuttosto che il distretto del commercio, si facessero garanti con i proprietari dei negozi sfitti, si potrebbero aprire dei temporary store di qualsiasi prodotto – spiega – Penso alle vetrine della Sisley che sono vuote e che per Natale sarebbe bello vedere accese, anche perché sono proprio di fronte all’albero di Natale della città.

Si potrebbe dare la possibilità a chi ha delle attività fuori Varese di esporre i propri prodotti lì in centro, per esempio, piuttosto che allestire degli shop in shop». Così i consumatori avrebbero delle ragioni in più per farsi una passeggiata per il centro, rivitalizzando il comparto.

E i commercianti un’occasione nuova per promuovere le loro attività. Tra l’altro Regione Lombardia ha indetto un bando, proprio relativo al rilancio del commercio a cominciare dai negozi sfitti. Finanziamenti a cui Varese potrebbe accedere e che sono disponibili fino a metà novembre.