«Il cielo cade sulla testa di Chalon»

Il vento del nord è biancorosso - La vigilia vista dai nostri inviati speciali. 400 varesini tra i francesi increduli Kuba e Charlie: «Conquistiamola»

In fondo è tutta una questione di cieli e di stati d’animo con cui li si osserva. Quello della Borgogna cambia in fretta e non manca di sorprendere: merito (o colpa) di un vento del nord che non trova opposizioni di sorta, dettando legge. Venerdì l’orizzonte ospitava il sole, ieri – invece – nuvole, grigio e pioggia: quale dei due avranno preferito i 410 varesini ben mimetizzati tra le case a graticcio, i caveau de degustation e i vialetti in pavè?

Il sabato del villaggio (Chalon, poco più di 40 mila abitanti) sorride ai forestieri, nonostante le molto poco invitanti condizioni climatiche: ci si alza con i due piedi in finale e ci si gode la vita. , , e famiglie fanno colazione sotto la cattedrale di Saint Vincent, alcuni loro compagni se la dormono beati fino a tardi, staff e supporter si dividono tra Dijon, Lione (i più temerari) e la piccola perla di Beaune,

immersa nelle campagne coltivate a Chardonnay e Pinot Nero: il sole, qui in mezzo alla Francia, è ormai diventato una condizione dell’anima ed è colorato di biancorosso.
Stesso abbinamento che caratterizza le vetrine della città bagnata da un fiume Saone gonfio per il disgelo primaverile: basta una passeggiata attraverso il minuscolo centro per capire come qui – in questa capitale d’Europa per caso e per… Fiba – ci credessero tutti nella vittoria dell’Elan sulla Openjobmetis. Palloncini attaccati alle inferriate, striscioni recanti la scritta “Tutti dietro Chalon”, bandiere che coprono scaffali di farmacie, panetterie, charcuterie: l’inaspettata purga de “les italiens” li fa ora sembrare cimeli di un’isola che non c’è.

«Vous allez a gagner demain soir?» chiede ironico e risentito un barista che alle 10 ha già finito i croissant (siano ancora maledetti les italiens invasori…). La finale contro Francoforte è un problema che non tocca il sabato della gioia, nel quale uno dei piaceri è comprare i giornali locali e gustarseli di slancio. Dicevamo di cieli? «Il cielo è caduto sulla testa degli chalonnesi» titola Le Journale de Saone et Loire, intento a sottolineare i demeriti della squadra di casa piuttosto che gli evidenti meriti dei “Moretti Boys”: «Chalon ha perso la testa, non ci sono spiegazioni» è l’incipit di un articolo in cui ci si chiede come l’Elan abbia potuto perdere tirando 17 volte in più. Alla sesta pagina di uno speciale lungo sette arriva il contentino: «Varese è stata più matura, in un Colisèe il cui pubblico si è mobilitato come non mai».
Nemmeno l’Equipe va per il sottile, giudicando “buffa” la sconfitta contro «una squadra come Varese, tutt’altro che una macchina da guerra». Metà ragione (nessuno qui si crede fenomeno…), metà depressione, metà sciovinismo: l’unica cosa piena rimane la gioia. Come quella di , venerdì sera una sorta di distributore h24 di sorrisi, immerso com’era tra i tifosi della Openjobmetis, suoi simili per precisa scelta di vita e di cuore: «Vinciamo “noi”, non ho dubbi». E che dire di ? «Coach speriamo di vedere una bella partita…». «No, speriamo che vinca Varese…».

Perché lo capisci davvero tra colline dolci sui quali domina il giallo della colza, palazzetti con tabelloni che costano da soli più di tutto il Palawhirlpool, finali conquistate, “coppette” da alzare, sogni di gloria e storia che chiama un nuovo capitolo: quando Varese ti entra nel cuore, non ti lascia più. E la seguiresti ovunque. Dalla Borgogna il grido si alza forte: conquistiamola.