«Il Comune ci vuole tartassare»

I commercianti di Varese contestano gli aumenti del Cosap. E giovedì sera saranno in consiglio comunale

– «Il Comune, in questo momento, dovrebbe toccare il polso del commercio, fare marcia indietro sul Cosap e sul piano parcheggi e cercare altrove le risorse di cui ha bisogno. Noi dobbiamo lavorare e pagare meno tasse». Così Antonella Zambelli, fiduciario pubblici esercizi città di Varese per la Fipe (Ascom-Confcommercio) commenta la decisione, presa dal Comune, di aumentare il Cosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico.

Questa sera i titolari dei pubblici esercizi si troveranno in Confcommercio e giovedì una delegazione sarà presente in consiglio comunale, quando all’ordine del giorno ci sarà proprio l’approvazione del Cosap. «Vogliamo far ragionare il Comune, chiedere al sindaco e agli assessori di venire a vedere com’è la vita di chi tira su la saracinesca del bar alle 6.30 per abbassarla alle 19.30. Il sindaco deve venire in mezzo alla gente, girare per la città, magari anche di notte, per capire che vita dura facciamo».

Rispetto al Cosap: «c’è molto malcontento – continua Zambelli – È un momento di crisi totale. Assistiamo, nel centro storico, alla chiusura dei negozi più belli. I parcheggi sono pochi e cari. Rimangono aperti i franchising che sono gli stessi che si trovano da tutte le parti. Risultato? Le gente non viene più a Varese a fare acquisti e non consuma più nei pubblici esercizi». E, ancora: «Non ci interessa la possibilità di avere il plateatico per un anno invece che per sei mesi, a fronte dei rincari lo ridurremo del 50 per cento. La spesa per tenere i tavolini all’aperto passa da 1500 euro a 2500 all’anno (per 21 metri quadrati). Ci viene detto che, per compensare il Cosap, la Tari diminuirà. Peccato che lo sconto sarà tra lo 0,6 e lo 0,8 per cento, pari a 100 euro in meno all’anno».

«Sembra partita una grande offensiva contro l’imprenditorialità varesina – afferma Marco Parravicini, fiduciario di Ascom Confcommercio – In Consiglio comunale saranno presenti alcuni commercianti in rappresentanza di tutti coloro che si stanno lamentando per il piano parcheggi, la tassa dei rifiuti e il Cosap». Parravicini parte dai dati: «i negozi che hanno il contapassi mostrano un decremento di ingressi tra il 2015 e il 2016. Si stanno allungando i tempi necessari a occupare i negozi sfitti in corso Matteotti,

cosa che significa che neppure le catene considerano più Varese una città attrattiva». Fino alla conclusione: «Solo riducendo le tasse aumentano gli investimenti. Non si tratta di difendere una categoria, ma di far capire alla gente che cosa sta rischiando la nostra città. Il Comune ha un debito pregresso generato da scelte sbagliate effettuate negli anni scorsi? Questo debito l’abbiamo pagato noi. Adesso bisogna finirla con le sperimentazioni, perché a pagare sono i cittadini e le imprese della città».