Il Comune nega il patrocino al convegno sulla “Teoria Gender”

L’amministrazione non ha concesso l’utilizzo del simbolo comunale all’associazione “Giuristi per la Vita” di Gianfranco Amato

Un convegno e un patrocinio negato che faranno discutere.

Mercoledì 7 giugno, presso la Sala Montanari di Varese, è in programma l’incontro “La teoria Gender – il Grande Nemico della Famiglia” organizzato dall’associazione “Giuristi per la Vita”, che avrà come relatore principale il medico e scrittrice Silvana de Mari.

La discussa dottoressa De Mari, fervente cristiana e sostenitrice della famiglia tradizionale, è recentemente salita alla ribalta delle cronache a causa di alcune sue dichiarazioni fortemente critiche verso l’omosessualità. In conseguenza di queste posizioni, definite da Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei Medici, «non nel perimetro delle conoscenze scientifiche», è stato aperto un provvedimento disciplinare, ancora pendente, da parte dell’Ordine.

Il Comune di Varese ha negato il suo patrocinio a questo incontro attraverso una comunicazione all’associazione “Giuristi per la Vita”, a firma dell’assessore ai Servizi Sociali, Roberto Molinari: «La nostra Amministrazione da tempo è impegnata a promuovere politiche di tolleranza e di rispetto verso ogni persona sia essa cittadina della nostra città o, semplicemente essere umano. In questa prospettiva ovviamente siamo propugnatori di un approccio anche pubblico che non può prescindere dall’unire contenuti e stile, comunicazione e rispetto dei singoli a partire dalle appartenenze religiose, di genere, di orientamento sessuale o di provenienza e di colore. Per queste ragioni riteniamo di non poter dare seguito alla vostra richiesta di patrocinio in quanto distante dalle scelte da noi compiute e divisiva rispetto alla necessità di favorire un dibattito pacato, sereno e improntato alla tolleranza».

L’avvocato Gianfranco Amato, presidente dell’associazione “Giuristi per la Vita”, ha commentato: «Quanto accaduto non mi stupisce perché oggi i patrocini sono diventati solo uno strumento politico, sono la cartina al tornasole del tasso di ideologizzazione che ha una amministrazione comunale. Nel convegno che abbiamo organizzato si parlerà di famiglia, l’unica che esiste, cioè quella definita nell’articolo 29 della Costituzione Italiana come società naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, e denunceremo quello che Papa Francesco continua ad indicarci come una pericolosa colonizzazione ideologica, la “teoria Gender”.

Visto che le nostre posizioni sono ideologicamente distanti dall’attuale amministrazione ci è stato negato il patrocinio, mentre per un’analoga conferenza organizzata l’anno scorso, lo ottenni dalla Giunta precedente, addirittura nella sede di Palazzo Estense.

Con questo gesto, un chiaro segnale politico, l’amministrazione Galimberti ha dimostrato di essere distante dai nostri temi, mentre è vicina ad altre iniziative come il Gay Pride, cui è stato concesso il patrocinio. E voglio dare un consiglio al Sindaco: mai fare il processo alle intenzioni, non si possono giudicare i toni come eccessivi ed intolleranti, se prima non si ascoltano le ragioni dell’altra parte».