Il degrado nelle scuderie: «Ma salvarle è possibile»

La struttura di via Galdino ha tanti problemi. Ma secondo Emilio Premoli si può fare qualcosa

Le scuderie di via Galdino sono preda del degrado, ma secondo , che vi lavora da 30 anni come allenatore, sognare una rinascita è possibile: «l’impianto di Varese potrebbe attirare i cavalli del centro di allenamento di San Siro, una possibilità concreta ma non attuabile in tempi brevissimi».

Negli anni scorsi avevamo parlato spesso delle scuderie di Varese, passate da essere un gioiello a uno stabile in decadenza per via della crisi dell’ippica e del calo delle scommesse. In questi anni le riunioni sono andate avanti (la stagione invernale inizierà il 9 novembre), ma nulla è cambiato veramente. Solo per fare un esempio, in via Galdino la portineria che una volta bloccava l’ingresso ai non autorizzati non esiste più. Nelle case del personale manca il gas. Gli intonaci sono scrostati, le attrezzature vecchie. «Non è colpa della Società varesina incremento corse cavalli, ma del Ministero delle Politiche Agricole che non trasferisce i soldi delle vincite. La mancanza di liquidità si ripercuote sulle scuderie in cui non è possibile fare alcun investimento – spiega Premoli – Noi resistiamo, ma a gran fatica».

Vedere le scuderie abbandonate a loro stesse, con i vetri rotti e grandi segni di decadenza, fa tristezza, ma secondo Premoli un nuovo futuro potrebbe presto aprirsi per l’impianto. «A San Siro si vocifera da tempo che il centro di l’allenamento ippico sarà sostituito da quello dell’Inter (che lascerebbe Appiano Gentile), cosa che potrebbe spostare cavalli, allenatori e fantini su Varese – continua Premoli – Se le nostre scuderie fossero appetibili, qui potrebbero arrivare oltre 100 cavalli in aggiunta al centinaio che già c’è. Se ci credessimo tutti questo determinerebbe una rinascita per il settore a Varese».

I ritardi con cui vengono trasferiti i premi delle vincite dal Ministero sono impressionanti. È appena stato saldato il 2016 alla Società Varesina, mentre per i premi è stato saldato fino ad aprile. «Senza liquidità avere cavalli costituisce un debito, si deve tirare la cinghia, non è possibile acquistare nuovi animali, tutto finisce per avvitarsi su se stesso – afferma Premoli – Le grandi scuderie chiudono (a Varese, per esempio, hanno chiuso scuderie storiche come La Belforte e La Novella). Ma noi continuiamo a crederci».

L’assenza di fondi ha anche reso necessario un ridimensionamento del personale delle scuderie, cosa che potrebbe avere delle ricadute pericolose per il quartiere. Fino a qualche anno fa, per esempio, una persona stava su via Appiani per far attraversare in sicurezza i cavalli in transito dalle scuderie all’ippodromo e viceversa. «Adesso non c’è più nessuno che ferma il traffico, cosa che richiede al fantino di sporgersi con la testa del cavallo sulla strada per attraversare – conclude Premoli – Il problema è che molti automobilisti non si fermano pur vedendo i cavalli in transito. Altri inchiodano bruscamente o ripartono accelerando, cosa che indispettisce gli animali che arrivano ad imbizzarrirsi. Chiediamo che il Comune metta almeno un paio di dossi in corrispondenza della via Galdino, così da evitare pericolosi incidenti».