Il figlio avrebbe perso il controllo E dopo l’accaduto: «Alberto è disperato»

Non viene contestata l’aggravante della premeditazione. Si è trattato di un delitto d’impeto senza nessuna pianificazione

«Alberto è disperato». Lo ha detto l’avvocato di Alberto Biggiogero, Stefano Bruno. Oggi c’è l’interrogatorio davanti al gip: Biggiogero ha già confessato agli inquirenti di aver ucciso il padre Ferruccio, 78 anni, una vita spesa accanto al figlio problematico ma anche vocata alla famiglia. Molto probabilmente ripeterà davanti al giudice per le indagini preliminari quanto già asserito davanti ai poliziotti della squadra mobile della Questura di Varese al momento dell’arresto. Con il padre stava litigando da alcuni giorni per futili motivi, mercoledì sera ha perso il controllo e l’ha ucciso accoltellandolo con un coltello da cucina al culmine del diverbio.

Le coltellate, tra l’altro, sarebbero state inferte dall’alto verso il basso, come se Biggiogero senior fosse seduto, o comunque in una posizione che lo poneva più in basso rispetto al figlio. Due sono le aggravanti contestate all’omicida reo confesso: quella dei futili motivi (ignoti al momento, nel senso che c’è il massimo riserbo sulle ragioni scatenanti della lite che potrebbero avere diversa natura) e quella del legame parentale. Non viene contestata a Biggiogero l’aggravante della premeditazione.

Si è trattato di un delitto d’impeto, il figlio non aveva pianificato l’omicidio del padre, il delitto è maturato in un momento di rabbia incontrollabile. Biggiogero figlio, balzato agli onori delle cronache come super teste del caso Uva, come è noto, ha avuto problemi di dipendenza di alcol e da droga in passato. Da un anno, però, si stava curando per liberarsi dalla malattia. E negli ultimi mesi era in ambasce perché non trovava lavoro. Non è mai stato violento, piuttosto fragile tanto da tentare due volte il suicidio e da dover essere ricoverato per cure psichiatriche.

A processo è stato definito un manipolatore narcisista, capace di assoggettare la verità (dunque un bugiardo) con personalità borderliner. Un uomo malato, ma non violento. Cosa abbia fatto scattare la sua rabbia resta un mistero. Nessuno lo aveva mai sentito litigare con i genitori. Il padre lo aveva aiutato anche nella notte tra il 13 e il 14 giugno 2008 fu fermato con Giuseppe Uva (morto la mattina del 14 giugno all’ospedale di Circolo dopo essere stato sottoposto a Tso) fatto da cui è partito il famoso processo che ha infine visto l’assoluzione di tutti gli imputati con formula piena. La data dei funerali di Ferruccio non è ancora stata fissata. Il figlio è distrutto dall’accaduto e non è escluso che possa chiedere di essere presente alle esequie.