Il freddo non ci ferma. Il nostro Falò ci accende

Nella notte appena trascorsa le fiamme si sono levate alte e imponenti su piazza della Motta. Per l’occasione piena di persone come sempre

Sant’Antonio patisce il gelo, ma scalda ancora il cuore dei varesini.
Nella notte appena trascorsa il fuoco si è alzato imponente su una piazza della Motta gremita di persone infreddolite, ma decise a partecipare alla tradizionale sagra invernale, simbolo di varesinità.

Se il freddo pungente, il vento e la festa aperta di lunedì, hanno diminuito le presenze durante la giornata e fatto desistere qualche ambulante, non hanno fermato la festa e soprattutto la novità di quest’anno: l’arrivo di una fiaccola accesa al Sacro Monte, portata correndo fino alla sede dei Monelli della Motta da dove è partito il corteo per l’accensione della pira.

Un gruppo di sportivi formato da Runner Varese, Osvi san Vittore, Gittà Giardnino pallavolo, Robur et Fides e alcuni amici con la mountain bike che seguiva concretamente la scelta del presidente dei Monelli, Giuseppe Redaelli, per l’ospite del 2017 scelto tra le realtà associative più rappresentative del territorio.

«La motivazione sta nei tragici eventi – ha spiegato Redaelli – che hanno quest’anno distrutto una parte importante del centro Italia con gravissime perdite non solo umane, ma anche artistiche e storico-culturali. Per risorgere non occorrono soltanto ingenti somme, occorrono una grande carica emotiva, la consapevolezza di sentirsi accompagnati dall’affetto di tutti noi, forte determinazione nella ricerca dell’indispensabile equilibrio psicofisico così come veri campioni sportivi possono testimoniare». Per questo i campioni nostrani di diverse discipline dal rugby al canottaggio,

da Vharese alla Polha, hanno sfilato insieme alle autorità civili e militari, “armati” di torce a vento per accendere la fiamma. «È stata una grande emozione soprattutto per il significato che questa festa ha per Varese. Ho messo un bigliettino per la città, ma non rivelerò cosa ho scritto» ha raccontato il Sindaco, Davide Galimberti. Dopo tanti falò da comune cittadino, ieri ha vissuto il primo alla guida dell’amministrazione comunale. Un augurio però lo ha aggiunto «che sia anno prospero, ricco, con particolare attenzione per coloro che sono in difficoltà. L’amministrazione sarà al loro fianco».

Monsignor Luigi Panighetti, nel benedire il fuoco, e ha aggiunto «la festa di sant’Antonio sia segno di coesione e stimoli in noi il senso di appartenenza e di comunità. Spero possa essere occasione di rilancio e incoraggi un lavoro comune delle nostre parrocchie e della nostra città». Ha poi ringraziato per l’operato, per la massiccia presenza e perché hanno permesso «che la festa fosse degna della città»: associazioni, volontari e forze dell’ordine: dalla protezione civile ai vigili del fuoco, ai carabinieri dalla polizia alla Croce rossa, passando per polizia locale, guardia di finanza, Angeli Urbani e City Angels.

Le tradizioni «sono fatte apposta per essere trasmesse – ha aggiunto il vescovo monsignor Franco Agnesi, vicario episcopale della zona di Varese -. Quelle buone costudiscono un valore. Questo fuoco simbolicamente deve bruciare ciò che ha appesantito e rende complicata la vita. E deve aprire al nuovo, a ciò che costruiremo noi. L’augurio per la città è che riesca sempre a chiedere il parere dei giovani quando c’è una importante decisione da prendere».

Non è mancato un fuori programma per la statua itinerante del santo che stava per cadere.
Poco prima dell’accensione, la base su cui posava si è piegata facendola inclinare pericolosamente, ma questa volta sant’Antonio ha tenuto un prodigio per sé, evitando che l’opera realizzata dallo scultore Enzo Alberton facesse una brutta fine.
La prospettiva per l’anno, interpretando la fiamma, l’ha data Angelo Monti, presidente emerito dei Monelli della Motta e aruspice di lungo corso.
«L’accensione non è stata subito vigorosa, ma ha mostrato qualche incertezza. È seguito però uno sviluppo della fiamma maggiore e più ampio degli anni scorsi. Può essere un bell’atteggiamento da auspicare: le difficoltà ci saranno, ma con la forza del lavoro si supereranno».