«Il letto sbatteva contro il muro». Il terrore dei varesini nel terremoto a Kos

Francesco e Alice erano in vacanza con la figlia piccola a Mastichari, a 15 chilometri da Kos sulla costa nord

«Il letto ballava e sbatteva contro il muro» così Francesco e Alice si sono svegliati ieri all’1.30, ora locale a Mastichari, 15 chilometri da Kos sulla costa nord. La coppia varesina in vacanza con la figlia è tra i tanti turisti che hanno scelto come meta il Mar Egeo, tra Grecia e Turchia, zona colpita dal forte terremoto di magnitudo 6.7 con epicentro a 10 chilometri a sud di Bodrum sulla costa turca e a 16 km dall’isola di Kos.

«Mia moglie Alice – racconta Francesco Petringa – ha anche sentito un suono sordo crescente, un specie di onda, prima della scossa. Dormivamo profondamente, quindi ci siamo spaventati molto».

Le preoccupazione è stata immediatamente per la piccola. «Abbiamo preso Lucia, che non ha ancora due anni, e siamo usciti». Fortunatamente «non si è accorta di nulla ed ha continuato a dormire tra le braccia della mamma». Le palazzine del villaggio Hotel Gaia Palace in cui erano ospiti sono tutte a due piani. «La nostra stanza è al piano terra e siamo usciti allo scoperto». Così si sono accorti subito che «l’acqua della piscina era uscita, sembrava una piscina a onde, e si muoveva ancora molto».

La sensazione della terra che tremava li ha accompagnati per lunghi momenti. «Le scossa è stata lunga, ma poi è finita».

Anche gli altri ospiti dell’albero, che fortunatamente non ha subito danni strutturali, «sono tutti usciti dalle stanze perché spaventati. C’era chi era più tranquillo, ma anche chi gridava di scappare». Tanta la preoccupazione, ma «siamo stati fortunati. Qui non è accaduto nulla in confronto a quanto ho visto riportato dai media». Le scosse, però, non erano l’unico motivo di angoscia trovandosi così vicini al mare.

«Mi sono preoccupato per la possibilità di tsunami perciò ho cercato informazioni ufficiali, parlando anche con la reception. La camera era lontana e più in alto rispetto alla spiaggia. In caso di allarme saremmo probabilmente stati al sicuri salendo al piano superiore».

Anche la collocazione rispetto a Bodrum colpita da un “mini tsunami” «era migliore, li le onde erano dirette, mentre da noi tangenti». Passato l’iniziale spavento sono rientrati in camera. «Ci siamo rimessi a letto cercando di riprendere sonno, ma ad ogni rumore eravamo pronti a scattare». Poi si sono susseguite le scosse di assestamento.

«Sono andate avanti per tutta notte, con intervalli tra i dieci minuti e la mezz’ora. Ci siamo svegliati di nuovo quando è stata più forte. Dalla reception mi ero fatto dare indicazioni per verificare sul web i dati dei sismologi greci che l’hanno segnalata di un’intensità pari a circa 5.1 di magnitudo, quindi meno forte della prima di 6.7».

La paura e l’agitazione «sono venuti fuori dopo, ma non ero molto preoccupato passata scossa. Mi era già capitato di vivere l’esperienza di un terremoto in Yugoslavia, attorno al 2000, e all’ora avevo ben percepito la torre dell’hotel che dondolava.

I familiari sono stati avvisati subito via Whatsapp «Li ho rassicurati. Dormivano al momento del terremoto e quindi se ne sono accorti in mattinata. Non ho guardato subito Facebook, non era una priorità, ma passata qualche ora, nel pomeriggio, ho scambiato informazioni con amici lontani e ho usato l’opzione che permette di avvisare che si sta bene».

L’itinerario della vacanza per la famiglia varesina si doveva concludere ieri, come da programma, ma qualora così non fosse stato «avremmo valutato di tornare prima».