«Il mio posto si trova qui nella casa dei miei nonni»

Fabio Ilacqua è l’uomo del momento, dopo il successo di Sanremo. Ma il suo cuore rimane nell’antico rione

Da Fogliaro a Sanremo e ritorno, con tre premi in due viaggi. È il «bottino» di Fabio Ilacqua, che dopo aver vinto per la seconda volta consecutiva il Festival della canzone Italiana come autore, è tornato al suo studio lunedì mattina, già in tutt’altre faccende affaccendato. E così nella stanza sommersa da pile di libri, schizzi, dipinti e manufatti artigianali in legno, ritrovare traccia della grande kermesse è praticamente impossibile.

L’anno scorso Ilacqua ha partecipato a Sanremo come autore di Amen, la canzone interpretata dall’amico Francesco Gabbani, vincitore allora delle giovani proposte e che ha poi ritirato sul palco dell’Ariston, assieme a Fabio, anche il premio per il miglior testo. Un premio completamente inaspettato, oggi conservato nello studio di Fogliaro sì, ma non in mostra, chiuso nel suo astuccio e seppellito da libri e giornali.

Settimana scorsa Ilacqua era in gara tra i big, autore (con il gallaratese Luca Chiaravalli), del fortunatissimo brano di Gabbani Occidentali’s Karma. Al contrario dell’anno scorso, a Sanremo ci è andato già dal mercoledì sera, ma a modo suo: «L’ho presa come una vacanza – racconta – Alloggiavo vicino, a Bordighera. Ho passato le giornate a passeggiare in riva al mare, superato da anziani più veloci di me. La sera ero fisso al bar dell’Ariston, dove paradossalmente il Festival non si vede. Mi spostavo nella Green Room sol per vedere l’esibizione di Francesco. Non mi aspettavo una vittoria. Così piena poi». E quindi, come sei uscito dal frullatore di Sanremo? «Ubriaco, barcollante. Felice. E con la conferma che quello non è il mio mondo».

«Il mio posto è qui, in questa casa che fu dei miei nonni, dove ho tutti i miei libri, la mia musica, le mie tele», afferma Fabio Ilacqua più convinto che mai. «Non potrei mai scrivere canzoni altrove, in uno studio impersonale». Certo, ora trovare la concentrazione è difficile: mail e telefono (fisso, perché il cellulare non lo ha mai voluto) sono presi d’assalto da giornalisti, autori, artisti ed esordienti che chiedono commenti, pareri, racconti o propongono inviti (accettato, ad esempio, quello come giurato per la prossima edizione di Cortisonici).

E poi c’è il disco di Gabbani da finire, quelli di Paola Turci e Loredana Bertè (per cui ha scritto un brano ciascuna) già in uscita. Il singolo «A un passo da te», cantato da Mina e Celentano che continua a suonare ovunque e tanti nuovi progetti cui dedicarsi, con il fonico Patrizio Simonini e il fotografo di De Gregori, Daniele Barraco, ad esempio, per una mostra congiunta tra foto e dipinti. Più urgente è la campagna di Casbeno, da seminare, il frutteto da potare e, soprattutto una nipotina di sole due settimane da coccolare. Per lei Fabio, assieme al papà, ha costruito un lettino in legno che sta al centro dello studio: «I suoi occhi sono grandi, scuri, solo iride. Non vedo l’ora di portarglielo».

Sul ballatoio del cortile esce la signora Angela per un saluto: «La mia vita è questa, se non la vivessi non avrei di cosa scrivere», spiega Ilacqua felice di condividere con il pubblico la sua passione per la musica, ma deciso a non cambiare stile di vita.