Il Referendum visto attraverso gli occhi degli studenti

Chi ha capito tutto, chi meno, chi ha mille domande. Domenica si va alle urne. Cosa pensano i giovani?

«Vincesse il sì, come si potrà davvero realizzare l’autonomia della Lombardia?». «Il referendum è davvero lo strumento più idoneo per arrivare all’autonomia? Non esistono altre procedure? Non era possibile chiederlo per via costituzionale?». «Perché spendere tanti soldi pubblici (46 milioni di euro, ndr) per un referendum se l’autonomia può essere raggiunta in altro modo?». «Se vincesse il sì, quali sono le migliorie che davvero verranno apportate in Regione e con quali tempistiche?». Sono queste le domande che si pongono gli studenti delle scuole superiori di Varese riguardo al referendum consultivo di domenica per l’autonomia della Lombardia.

«Secondo me l’autonomia regionale è una proposta giusta, ma il referendum non è lo strumento giusto per arrivarci. Ci sono altri modi e altre soluzioni, per esempio l’Emilia-Romagna ha attivato le procedure previste dall’articolo 116 senza fare alcun referendum» affermano e , studentesse che frequentano la terza liceo classico al “Cairoli” e che non hanno ancora 18 anni.

Quello che lascia gli studenti perplessi è che il quesito referendario domenica chiederà ai cittadini se vogliono che la giunta regionale chieda allo Stato di ottenere maggiore autonomia tramite una procedura prevista dalla Corte Costituzionale. In pratica, l’esito del referendum non è vincolante e l’ultima parola rimane comunque allo Stato.

«Io andrò a votare perché per me è la prima volta. Essendoci un referendum, è giusto che i cittadini esprimano il loro parere. Ma la maggior autonomia avrebbe potuto essere chiesta per Costituzione, come ha provato a fare nel 2008. Io comunque voterò sì» dice , ricordando che Formigoni aveva avviato la trattativa con il governo Prodi per avere competenza su dodici materie, ma quando salì al governo Berlusconi l’iter si fermò.

Allo stesso modo la pensa , anche lui studente del Cairoli. Diverso, invece, il parere di secondo cui c’è in gioco una partita importante: «Il referendum è uno strumento utile, credo che sia necessario esercitare il diritto di voto. Vincesse il sì l’autonomia della Lombardia avrebbe un rilancio. Se invece dovesse vincere il no, prevarrebbe la staticità».

«Non ho ancora 18 anni, ma se potessi sicuramente voterei sì – afferma – Ritengo giusto che le risorse della nostra regione rimangano in Lombardia». «Qualora vincesse il sì, in quanto tempo si arriverebbe all’autonomia? Non si rischia di far emergere un sentire popolare ma di non riuscire poi a dargli alcun vero seguito?» continua .

Alcune scuole hanno affrontato anche nelle aule e tra i banchi il tema del referendum. , insegnante di Spagnolo all’istituto commerciale, per esempio, ha comparato quanto accaduto in Catalogna con il referendum della Lombardia.

«L’impressione è che di questo referendum si parli poco, gli studenti ritengono che ai fini del risultato forse non è poi così importante» conclude il docente.