Il Tar chiude la camera iperbarica di Laveno. L’Ats Insubria vince la battaglia in tribunale

L’ex Asl aveva chiesto al centro medico di eseguire degli interventi, che tuttavia non sarebbero stati fatti

Il Tar chiude la camera iperbarica. Respinto il ricorso contro la sospensione dell’accreditamento del centro lavenese.

«Vince la linea dell’Ats dell’Insubria.Il Tar della Lombardia, con sentenza pubblicata in data odierna, lunedì 27 febbraio, ha respinto il ricorso promosso dal Centro di Medicina Iperbarica del Verbano, condannando lo stesso al pagamento delle spese processuali a favore di Ats Insubria. Il ricorso era stato presentato contro la sospensione dell’esercizio e dell’accreditamento da parte dell’ex Asl di Varese e ora Ats Insubria, della struttura lavenese, dotata dell’unica camera iperbarica provinciale», questa la nota ufficiale divulgata ieri da Ats Insubria. L’Asl aveva già chiuso la camera iperbarica di Laveno Mombello nel maggio 2015. La struttura era stata sottoposta a controlli, come da prassi trattandosi di struttura sanitaria, e come nei pieni poteri dell’allora Asl oggi divenuta Ats.

Gli ispettori avevano riscontrato “carenze di requisiti e rischi per la sicurezza di pazienti e lavoratori”, così spiegava la nota dell’epoca. Con questa motivazione, l’allora Asl di Varese aveva deciso di sospendere temporaneamente l’autorizzazione e l’accreditamento del Centro di Medicina Iperbolica del Verbano. I problemi erano emersi nel corso di sopralluoghi effettuati anche in collaborazione con il NAS dei Carabinieri. Ed erano quindi partiti pertanto sia un procedimento di tipo tecnico-amministrativo sia un procedimento penale. I provvedimenti erano stati presi per garantire prestazioni in sicurezza rispetto ad attività e apparecchiature che richiedono particolare cautela d’uso, manutenzione e presenza del necessario personale.

«Quanto in corso – si leggeva nel comunicato datato 2015 – è atto dovuto per garantire il proseguimento dei trattamenti in condizioni adeguate e in sicurezza sia per i pazienti che per il personale del centro». Gli ispettori aveva chiesto al centro di eseguire alcuni interventi di messa in sicurezza, a tutela dei pazienti. Alcuni dei quali, secondo Ats Insubria, erano interventi semplici e a basso costo. Nulla di quanto disciplinato dall’allora Asl è stato fatto.

Il Centro aveva risposto con un ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro la temporanea chiusura imposta dall’allora azienda sanitaria locale. Ieri è arrivato il responso. Il Tar ha deciso: la decisione dell’ex Asl era giusta. L’attività della camera iperbarica andava sospesa nell’interesse dei pazienti.

Ora spetta al centro: o seguire i precetti di messa in sicurezza della struttura, oppure restare fermi e ricorrere al Consiglio di Stato.