Indagata Paola Della Chiesa. Contestate spese per 40mila euro

Agenzia Del turismo - Accusa di truffa e peculato. Il legale: «Giustificheremo ogni euro»

ex dirigente dell’Agenzia provinciale del turismo indagata per truffa e peculato: la procura di Varese pronta a chiedere il rinvio a giudizio.
«Sapevamo dell’indagine – dice , avvocato dell’ex funzionaria che in passato ha difeso anche Berlusconi e Mills – non della prossima richiesta di rinvio a giudizio. Siamo assolutamente tranquilli: abbiamo già più volte dato la nostra disponibilità a fornire tutte le spiegazioni dovute, con documentazione già in parte presentata all’autorità giudiziaria, per ogni spesa contestata.

Siamo pronti a procedere contro chi ci ha diffamati».
E l’ex dirigente dell’agenzia del turismo replica con un lungo post su Facebook che lascia intendere una campagna denigratoria contro di lei partita dal 2010, anno in cui fu nominata a capo dell’Agenzia dopo un’esperienza in Whirpool e conclude dicendo: «Le notizie oggi le conoscete tutti – scrive – immagino di non conoscere Paola Della Chiesa e leggendo la storia di cui sopra non posso che dire io sto con Paola Della Chiesa . E per il resto lunga vita a tutti perché da me avrete sempre e comunque un bel sorriso».
Della Chiesa sarebbe indagata da almeno due mesi. L’iter seguito dalla procura arriva da lontano. Dopo l’elezione di alla carica di presidente della Provincia di Varese, l’Agenzia per il turismo è stata chiusa. Non senza polemiche: nel mirino c’erano in particolare gli stipendi considerati esosi dei funzionari e l’esternalizzazione, considerata altrettanto costosa, di parecchi servizi.
L’Agenzia è stata dunque messa in liquidazione. «Il liquidatore – spiega Vincenzi – analizzando i conti ha segnalato alcune anomalie. E io, come vuole la norma, ho segnalato le stesse anomalie alla procura della Corte dei Conti e alla procura della Repubblica. Una segnalazione contro ignoti con la quale si informava l’autorità giudiziaria. Non avrei potuto fare diversamente: ho fornito tutta la documentazione indicata dal liquidatore».
È la procura della Repubblica di Varese, nella persona del pubblico ministero , a dare impulso alle indagini condotte dagli agenti della Digos della Questura di Varese. A Della Chiesa si contesta la spendita di una cifra pari a circa 40mila euro spalmati in cinque anni di denaro pubblico per spese personali. In sintesi per l’accusa la Della Chiesa avrebbe utilizzato la carta di credito della Provincia per pagare vestiti, cene e viaggi. Denaro che in alcune circostanze, sempre secondo quanto contestato dagli inquirenti, avrebbe fatto passare sotto forma di sovvenzioni ad eventi, sempre attraverso l’ente provinciale, o finanziamenti a campagne di promozione turistica.
Della Chiesa per contro ha sempre negato ogni addebito sottolineando come ogni sua spesa fosse stata avallata dai due presidenti che si sono succeduti alla guida dell’ente mentre lei era in carica ovvero , per i primi due anni, e per i successivi tre.
Della Chiesa, è bene precisarlo, per ora sarebbe la sola indagata. La donna rigetta ovviamente tutte le accuse.
Cecconi ha precisato che «quando ci sarà notificata la richiesta di rinvio a giudizio saremo in grado di depositare una esaustiva documentazione difensiva. Non un euro è stato speso in modo illecito dalla mia assistita. Abbiamo così dette pezze giustificative per ogni euro». Secondo indiscrezioni Della Chiesa e il suo legale sarebbero inoltre pronti a controquerelare chi ha messo la funzionaria in questa posizione. Se la documentazione prodotta dalla difesa scagionerà in toto l’ex funzionaria, qualcuno potrebbe essere chiamato a rispondere del reato di calunnia nei suoi confronti. Si attende a questo punto la notifica della richiesta di rinvio a giudizio. La vicenda è estremamente intricata.
Della Chiesa ha precisato che aveva un limite di spesa e che ogni sua uscita doveva essere validata da organi di controllo che erano il consiglio di amministrazione e il collegio dei revisori.