«Indagato per abuso d’ufficio? Si tratta di accuse infondate»

Le parole di Ciro Calemme, ex amministratore di Aspem Reti, finito al centro di un’indagine della Gdf

La Guardia di Finanza indaga sulla passata gestione di Aspem Reti. L’ex amministratore indagato per abuso d’ufficio. «Sono tranquillo. La magistratura fa il suo lavoro, ma sono già in grado di dimostrare che si tratta di accuse infondate». Al centro dell’inchiesta la società comunale che gestisce la piscina della Schiranna.

Si tratta di un’inchiesta avviata dopo un esposto dell’attuale amministratore trasmesso dal sindaco alla magistratura. La notizia si è diffusa dopo un accesso in comune, lunedì scorso, della guardia di finanza, ma in realtà i militari del nucleo di polizia tributaria di Varese avevano già effettuato una perquisizione nel domicilio di Calemme lo scorso 30 di novembre, come è lui stesso a confermare.

I militari hanno anche visitato l’ufficio dove lavora il manager e l’associazione politica Agorà. «Non hanno trovato niente. Perchè non c’era niente da trovare». Nulla di fatto è stato sequestrato.

Nella sede di Agorà gli inquirenti hanno chiesto di poter visionare un bonifico da 3.100 versato da un imprenditore a sostegno dell’attività. I finanzieri hanno poi eseguito un’accesso nella sede della ditta che ha svolto i lavori. Tra gli indagati, tre in tutto comparirebbero infatti, anche l’impresa e il direttore dei lavori.

Va sottolineato che il sindaco Galimberti all’epoca dei lavori, che furono ultimati secondo i tempi con la piscina della Schiranna divenuta attrazione per Varese, era consulente (in qualità di legale) di Aspem Reti e che nulla segnalò. «Ho appreso dell’indagine nei miei confronti – dice Calemme – che dalle carte che ho ricevuto mi sembra ricalchi le osservazioni scritte nella sua relazione dal dottor Bellasio, un professionista scelto da Minonzio per la due diligence ma che è

anche sindaco della società Rete 55 Evolution, come ebbi già modo di dire a febbraio quando convocai una conferenza stampa nella sede di Forza Italia per rispondere alle accuse che mi venivano mosse da questa relazione. Nulla è stato sequestrato a casa mia. Ho informato il mio avvocato, stiamo valutando la situazione e vedremo come evolverà la vicenda. Personalmente sono tranquillo, e mi sembra che tutto sia nato perché qualcuno sta cercando di difendere le proprie mancanze» .

Lo stesso professionista è «anche sindaco della società che ha ottenuto i soldi dalla Fondazione Molina per le due diligence di Aspem Reti».

Quello che si sottintende è forse una sorta di retroscena politico nella vicenda. La Fondazione Molina è commissariata da oltre un anno. I vertici sono indagati per peculato.

Quello che appare è una sorta di contrappasso politico: Molina da un lato, con episodi divenuti oggetto di una commissione conoscitiva di Regione Lombardia prima dell’intervento di Finanza e Procura, e a fine novembre Aspem Reti dall’altro.