«La nostra Varese è riuscita a rinascere oltre i confini»

L’amministrazione comunale traccia il bilancio del Festival del Paesaggio “Nature Urbane”

– Si è chiusa con un’affollata conferenza stampa in Sala Matrimoni – presente la giunta pressoché al completo e molti fra tecnici e dirigenti comunali – l’edizione zero del Festival del Paesaggio Nature Urbane. Un’edizione che il sindaco ha definito “casalinga”, in quanto realizzata «con le sole forze dell’amministrazione, con la preziosissima collaborazione del FAI», in una città «unita in questo appuntamento, percepito come una fase storica importante, nell’ottica dell’apertura a nuove prospettive». Un festival terminato domenica, ma i cui effetti secondo le previsioni municipali proseguiranno: «abbiamo registrato 100mila contatti in tre settimane sul sito ufficiale www.natureurbane.it, e la maggior parte non da varesini o varesotti: segno che la città è riuscita a promuoversi al di fuori dei confini: la maggior parte degli accessi proveniva infatti dalle province limitrofe e da altri paesi, soprattutto dalla Svizzera».

I partecipanti a tutti gli eventi sono stati 12.500, fra visite e spettacoli: «un risultato al di sopra delle aspettative, che ha registrato sicuramente un grande entusiasmo e ha riacceso l’orgoglio di essere varesini»: i visitatori sono stati in gran parte lombardi, e naturalmente il primato di presenze spetta alla città di Varese e dalla provincia varesina, ma anche dal Milanese e da tante altre città come Pavia, Como e Monza, con un dato molto importante: sul totale dei provenienti da fuori provincia,

circa il 16% è arrivato da altre regioni italiane (soprattutto del Nord), e circa il 6% da altre nazioni come Francia, Germania e Russia. Numeri ai quali si devono sommare «le migliaia di persone che hanno partecipato alle visite dei parchi pubblici e ai più di 6mila appassionati che hanno riempito i due eventi ciclistici della Gran Fondo e della Tre Valli Varesine». Per un totale di oltre 20mila persone in dieci giorni di festival. «Non un festival numero zero ma numero uno» ha commentato , assessore alla Cultura.

«Ma da oggi, con i dati alla mano, anche se tutt’una serie è ancora da raccogliere, si può andare oltre la scaramanzia». Circa 5000 le persone che hanno partecipato alle visite nelle ville private e relativi giardini e parchi, il focus dell’edizione sperimentale, anche se in parecchi casi il numero chiuso è stato un limite oggettivo alla partecipazione: e se nell’ultimo week end si è ovviato incentivando le aperture straordinarie, nella prossima edizione (che si dovrebbe tenere nella primavera del 2018) si preannuncia una correzione di tiro. Forte anche il coinvolgimento delle scuole cittadine (circa 2000 bambini) nelle visite dedicate, interessante il dato sull’affluenza ai percorsi guidati dalle GEV e dal CAI – 1200 “trekkers”– e sui frequentatori degli incontri culturali (un migliaio), a cui si aggiunge il pubblico dei 2300 appassionati delle letture nei parchi del Barone Rampante, il filo conduttore delle giornate fortunatamente per l’amministrazione baciate sempre o quasi dal sole. Una prima edizione “difficile” – come ha sottolineato il vicesindaco Zanzi, anima del rinato Premio Furia o dell’Ecologia, intitolato alla Città di Varese; un festival che però, ha inquadrato Roberto Cecchi, assessore alla Cultura e Turismo «è entrato in sintonia con il sentimento dei varesini che si sono riappropriati delle loro cose», anche grazie a tanti collaboratori felicemente coordinati sotto un’unica, forte regia. Una soddisfazione palpabile per «un’operazione che nelle prossime edizioni potrà creare opportunità di sviluppo sociale».