La nuova Manfredini, una sfida di qualità

Scuola - L’istituto varesino ha scelto di includere nella propria proposta anche i licei, ponendo al centro l’esperienza

– Nuova sfida per la scuola Manfredini: includere nella proposta formativa – che già abbraccia elementari e medie – anche i licei artistico e scientifico. Il progetto sarà già realtà il prossimo anno scolastico: la Fondazione Sant’Agostino, oltre a gestire la Manfredini, si occuperà anche del liceo Sacro Monte che manterrà questa denominazione, ma verrà trasferito a Valle Olona, in una sede su cui sono ancora in corso valutazioni, ma che potrebbe essere l’edificio della dogana.

Non stupisce che la Manfredini e il liceo Sacro Monte si siano volute avvicinare ancora di più: da sempre condividono l’orientamento cristiano cattolico e gli ottimi risultati degli allievi in termini di successo scolastico.

«Abbiamo voluto fortemente continuare il nostro progetto educativo coinvolgendo anche i giovani di età compresa tra i 14 e i 18 anni – spiega Marco Bartolomei, presidente della Fondazione Sant’Agostino – La nostra filosofia educativa mette al centro la persona e la qualità dell’insegnamento, nella convinzione che l’insegnante debba far emergere da ogni ragazzo le sue capacità. Per questa ragione, la necessità di approfondire e sviluppare nuove modalità di didattiche è al centro del nostro lavoro».

La scelta di partire anche con un liceo artistico deriva dall’interesse che la Manfredini nutre da sempre verso l’apprendimento esperienziale, con laboratori e attività pratiche. «Vogliamo dare ai ragazzi la possibilità di fare, perché imparare è un’esperienza. Siamo convinti che un percorso artistico, con laboratori ed esperienze pratiche, offra ai ragazzi l’opportunità di cercare la propria strada nei settori più creativi, per esempio come architetti e designer» continua Bartolomei.

Già dall’elementari, alla Manfredini, gli studenti imparano a utilizzare e programmare il computer. All’inglese viene dedicato un approfondimento speciale, con cinque ore curriculari in prima elementare e nove in quinta, con maestra madrelingua; il metodo prevede un apprendimento-integrato che promuove l’uso della lingua anche in mensa e in altre situazioni extrascolastiche.

«Siamo convinti che un ragazzo sia come un iceberg: quello che emerge è solo una piccola parte di quello che è – afferma Antonella De Giorgi, direttrice generale della Manfredini – Da qui gli sforzi del nostro corpo docente di lavorare in modi diversi, orientati alle competenze. Siamo consapevoli che ogni ragazzo ha interessi e passioni: deve poterle scoprire per tirarle fuori. Noi lavoriamo per avere un domani uomini consapevoli delle loro capacità, che possano dare il loro meglio alla società».

«Che il progetto formativo sia di successo lo dicono i numeri – continua la direttrice – nella nostra scuola arrivano parecchi alunni con Dsa (disturbi specifici di apprendimento) e con Bes (bisogni educativi speciali), eppure la maggior parte, andando avanti con gli studi, ottiene successo. Anche i test Invalsi confermano la preparazione dei nostri ragazzi».

La scuola Manfredini è nata 17 anni fa dalla visione di un gruppo di genitori. Grazie al passaparola, gli studenti ogni anno sono aumentati, triplicando le sedi della scuola. Dal gennaio scorso, la Manfredini – che oggi conta 600 studenti – si è riunita nella ex conciaria di Valle Olona, edificio che è stato oggetto di un progetto di restauro – raccontato nelle foto sopra pubblicate – e che oggi fonde gli elementi propri della fabbrica (che sono tutelati dalle belle arti) a quelli di un campus scolastico in piena regola, con spazi per lo sport, aule dotate di strumentazioni informatiche, laboratori per scienze e per l’arte, e una grande mensa.