La passione per il Blasco è bellissima. Fidatevi

Il commento di Kevin Ben Alì Zinati sul concerto di Vasco Rossi

La musica è passione. La passione è musica. Una lezione bellissima che solo un’esperienza oltre lo straordinario può stampare dritto nel cuore.

Rompiamo subito gli indugi: Modena Park è stato qualcosa di pazzesco e di appassionante. Ed è stata quella passione a portarci, in 220 mila, in quel parco. Quella cosa dentro che non capisci, che ti smonta e ti rimonta come cazzo vuole dando alle tessere del tuo puzzle un senso, quel senso, quel senso là. Sotto il palco di Vasco Rossi abbiamo cantato, urlato, abbracciato gente che conoscevamo da poco più di un’ora e ci siamo fatti abbracciare da gente mai vista prima. La passione per l’anima di un uomo ha scompigliato l’aplomb del fighetto accanto e ha invaso i cuori di una città intera, più accogliente che mai con un popolo che come un’orda di druidi ha assediato parco Ferrari.

Piccolo inciso. Chi vi scrive si è presentato a Modena Park dopo anni di riluttanza. Dopo centinaia di stazioni radio cambiate al primo accenno di “qualcosa che sa di Vasco”, sabato quella stessa persona si è accaparrata un biglietto e ha varcato la soglia del tempio sacro. Non ero e non sono un fan, ma al concerto di Vasco Rossi ho cantato canzoni che non conoscevo, ho trattenuto lacrime come avessi un aspirapolvere dietro agli occhi, ho urlato mischiando la mia voce con quella del popolo vaschiano solo perché volevo a tutti i costi far parte di quella bellissima famiglia.

Chi vi scrive, al concerto di Vasco, si è divertito e ha conosciuto qualcosa di nuovo, qualcosa di bello. E tutto questo grazie alla passione. Quella di chi il Blasco ce l’ha tatuato sulla pelle, di chi non vive senza, di chi ne parla anche quando sta in silenzio, solo con gli occhi. Dalla riluttanza rabbiosa per chi mi appariva solo ossessionato, ho attraversato l’accettazione distaccata, ho tollerato la comprensione curiosa fino a marciare dritto nell’invidia. Perché quella passione è unica, è troppo più forte dei pregiudizi, delle preferenze, dei muri mentali. È una passione travolgente. Il popolo del Blasco è pazzo, il popolo del Blasco è unico, è strepitoso, è un amico.

Quindi grazie. Perché ho imparato, una volta di più, a sputare sui pregiudizi, non solo musicali. Grazie, perché ho potuto godere di qualcosa di inimmaginabile. Grazie, perché ora devo trovare spazio sull’ipod per nuove canzoni. Grazie, perché ho toccato con mano la vera passione imparando a fidarmi di ciò che non conosco.

Andate, una volta nella vita, ad un concerto di Vasco Rossi. E se non lo fate no, non va bene così.

Fidatevi. Perché sì, poi vorrete anche voi il rewind.