La pizza più costosa d’Italia? A Varese. «Contano spese e personale in regola»

Aggiungendo una birra a Napoli bastano 6,73 euro, qui ne servono 11,58. Esposito: «Lì costi diversi»

A Varese si mangia la pizza più cara d’Italia. Se a Napoli, per cenare a base di pizza e birra, si spendono mediamente 6,73 euro, a Varese il prezzo sale a 11,58 euro. Lo si evince da una elaborazione condotta da Napoli Pizza Village, la manifestazione che si svolgerà dal 17 al 25 giugno sul Lungomare Caracciolo, celebrando così, per il settimo anno consecutivo, l’Arte dei pizzaioli napoletani che è candidata a Patrimonio dell’Umanità (per la Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco). Come mai a pochi passi dal lago di Varese il piatto italiano per eccellenza, forse secondo solo alla pastasciutta, costa il doppio che all’ombra del Vesuvio?

«Nel mio ristorante la margherita costa 4.50 euro e le farcite da 6 a 7 euro. Gli altri ristoranti non so che prezzi facciano – risponde Mimmo Esposito, titolare della pizzeria Da Gennaro e consigliere comunale di Forza Italia – Io applico quel prezzo perché sono in periferia (nel rione Cartabbia) e perché il nostro motto è “qualità prezzo”. Secondo me a Varese la pizza costa più che a Napoli perché le spese da noi sono tante.

Il personale, per esempio, è tutto in regola e gli affitti sono molto più cari, specialmente nel centro della città. I costi di gestione, quindi, sono molto più sostenuti rispetto alla capitale partenopea. Poi, se aggiungiamo la tassa sulla spazzatura, è facile arrivare a certe cifre. Comunque, quell’indagine mi sembra un po’ campata per aria perché ci sono pizzerie, a Napoli, dove si paga come a Varese se non di più. Dipende dal tipo di locale in cui ci si reca».

L’indagine mostra che il prezzo medio di un menù base (con una margherita e una bevanda) è di circa 9.22 euro nella maggior parte delle città italiane.

Prezzi bassi si trovano anche a Palermo, dove una cena con pizza e birra costa 7.53 euro. A sorpresa Vercelli, con 7.69 euro, batte per poco Cagliari, con 7.75 euro.

Come avviene in generale nel settore della panificazione, i prezzi cambiano a seconda della farcitura del prodotto: non solo l’aggiunta di ogni ingrediente richiede un sovrapprezzo, ma lo scontrino lievita se si scelgono ingredienti raffinati, a chilometro zero, o di produzione limitata.

Non ultimo, ci sono pizze d’autore, inventate mese per mese con ingredienti di stagione, che di base costano di più di quelle fisse nel menù. Sarebbe sbagliato asserire che al sud il prezzo di pizza e birra sia inferiore a quello del nord: osservando la classifica, le prime 20 Province con il prezzo più basso si trovano al centro nord Italia.