«La spirale negativa di Galimberti»

L’intervista - Roberto Leonardi, coordinatore di Forza Italia: «La nostra campagna elettorale è già iniziata»

Parlare di politica? Può essere terribilmente noioso, certo. Ma può essere anche divertente. Insomma, dipende molto da chi ti trovi di fronte: al di là del colore politico. Ecco: parlare di politica con Roberto Leonardi, coordinatore cittadino di Forza Italia, regala un po’ di sano ottimismo. C’è bisogno di incontrare persone così, sinceramente appassionate di politica: e poco importa lo schieramento, poco importa come la si pensi.


Sicuramente è arrivato un segnale positivo, un segnale forte di ripresa. Una segnale che dimostra come la politica locale dipenda, sempre di più, da quella nazionale. Il ritorno del centrodestra è conseguenza delle forti tensioni che si sono create tra governo centrale e amministrazioni locali. E del venir meno della figura politica di Matteo Renzi. Quel che sta accadendo a Varese, ne è la prova.


Il PD varesino e il sindaco Galimberti si stanno avviluppando in una spirale negativa che è evidente a tutti. E il motivo credo sia proprio questo: è venuto meno l’asse con il governo centrale.


Il PD varesino è spaccato in due al suo interno: è in corso una lotta interna tra un’ala rappresentata da Galimberti, Paris e Conte e un’ala con Infortuna, Oprandi e Mirabelli. E la cosa mi stupisce, non poco.


Credo che Oprandi e Mirabelli abbiano dato una bella mano, in termini di voti e preferenze, a Galimberti. Ora che loro stanno prendendo le distanze dall’accordo con Lega Civica, ecco che il partito si spacca. Ma semplicemente sta venendo a galla una realtà che a noi era chiara fin dal primo momento.


Insomma, parliamoci chiaro. In sede di elezione del presidente del consiglio, noi avevamo indicato il nome di Paolo Orrigoni. Ma l’alternativa era Luisa Oprandi, anche se è una nostra avversaria: perché non si poteva non tener conto di tutte le preferenze espresse nei suoi confronti da parte dei cittadini. Invece è stato scelto Malerba, e mi dispiace che l’insensibilità del sindaco abbia mortificato due persone come Luisa e Fabrizio Mirabelli. Ma i varesini se ne stanno accorgendo.


Di quello che sta succedendo. Vedete: noi abbiamo già iniziato la nostra campagna elettorale, ed è una campagna che batte il territorio e parla con la gente. Siamo andati a Bobbiate, in via Bainsizza e al Sacro Monte. Ascoltiamo. E continueremo a farlo.

Gliene devo dare atto: Galimberti è stato molto presente e durante la campagna elettorale ha parlato con tutti. Ecco perché io credo che un anno fa a Varese non abbia vinto il PD. Un po’ ha perso il centrodestra, ma soprattutto ha vinto Galimberti.

b

Una campagna elettorale fatta così, può rivelarsi un boomerang. Perché dopo aver promesso, poi devi mantenere. Galimberti ha promesso tantissimo, pure troppo ma finora non ha fatto nulla. A parte un piano sosta improbabile, l’insensata pedonalizzazione del centro nei finesettimana.


Il nome del candidato sarà una logica e naturale conseguenza del lavoro che stiamo provando a fare. Un lavoro che è iniziato e che è partito dalla volontà di aggregare e compattare il centrodestra.


Lo so, la sfida non è semplice: ma la strada è questa. Le forze del centrodestra devono arrivare a una sorta di sintesi che porti a un’idea comune, sulla quale fare delle proposte. Questo non significa che noi o la Lega dovremo sacrificare i nostri valori, assolutamente. Questo significa che dobbiamo trovare un programma comune e offrire un’alternativa ai cittadini. Noi possiamo marcare a uomo Galimberti, ma poi serve una squadra: serve il centrodestra.

Il candidato sarà il termine naturale e ovvio di questo percorso.


Sta aprendo le porte, soprattutto ai giovani e alle donne: io ci credo. Abbiamo persone splendide come Alessandra Grossi e Stefano Colombo Garoni che stanno lavorando benissimo. C’è una squadra, ci sono delle persone e c’è la voglia di ascoltare tutti. Fare politica così è bellissimo. Perché non ci sono le barriere all’ingresso che c’erano una volta e che hanno avuto l’effetto di svuotare le sedi.


Silvio Berlusconi, piaccia o no, è Forza Italia. È stato attaccato, massacrato e messo in dubbio anche da figure all’interno del partito. Ma il presidente è ancora una figura importantissima, fondamentale.