Le donne tornano alle origini. In piazza per difendere i loro diritti

Voci e testimonianze durante la Festa delle Donne

«Un 8 marzo che è finalmente tornato alle origini, una giornata per riflettere sul lavoro fatto e sui risultati ottenuti, perché se ci si ferma si corre il rischio di tornare indietro. Non una festa consumistica ma una giornata in cui le donne si identificano, tornando a ricordare battaglie per cui si combattuto duramente, come il diritto all’aborto».

A parlare è Gabriella Sberviglieri, una vita in prima linea per difendere i diritti delle donne.

E in effetti la giornata di ieri ha avuto un sapore antico, di campagne e rivendicazioni, con tante donne e uomini, bambini ma anche anziani, di ogni colore e religione, riuniti in piazza Monte Grappa per gridare «non una di meno». Questo slogan nonché il nome del movimento sotto il quale centinaia di migliaia di donne in 40 paesi del mondo si sono radunate nasce dalle donne argentine, decise a dire basta al femminicidio.

Nel loro paese, infatti, ogni trentasei ore una donna viene uccisa. Dal Sud America il movimento è arrivato in Polonia, dove con la Czarny Protest ci si batte per il diritto all’aborto.

Il filo conduttore è uno solo: la possibilità di essere liberamente e pienamente donne. Violenza ma non solo. Gabriella Sberviglieri lo dice chiaramente «servono più risorse per i centri antiviolenza, ma non si può dimenticare che oggi, in provincia di Varese, una donna guadagna circa il 25% in meno dei colleghi uomini». Al microfono si alternano poi voci e testimonianze, di politiche, sindacaliste e private cittadine. Parla la coordinatrice provinciale unica di CGIL, CISL e UIL, che ricorda come in Italia nel 2016 ci siano state 116 vittime di violenza maschile, «donne bruciate con la benzina o cancellate con l’acido», e prende il microfono anche Rossella Dimaggio, assessore ai servizi educativi con delega alle pari opportunità, per ricordare che il suo maggior impegno sarà quello di «investire sulle giovani, perché abbiano la consapevolezza di essere donne libere e perché siano capaci di distinguere un amore malato da un amore vero».

Si sono poi susseguite voci e testimonianze, che hanno posto l’accento su diversi punti imprescindibili quando si parla di diritti delle donne. Si leggono poesie e riflessioni di grandi donne del passato e ci si scambia impressioni e opinioni. L’impressione, vissuta dal cuore della piazza, è che alle emozioni si mischi l’energia di un gentil sesso che fa presente al mondo: «tremate, tremate, le streghe son tornate».n