Le notti da sola accanto ai binari

Paola ha 45 anni e da tre vive alla stazione FS di Varese: «È un postaccio e sono l’unica donna»

Paola, 45 anni, vive in stazione da tre. «È un postaccio – racconta -: sono l’unica donna ed è pieno di uomini. Ultimamente, sono aumentati tantissimo. Ho avuto diversi problemi di molestie: si avvicinano a me e ci provano». All’interno della stazione Fs di Varese tra Polfer e senza fissa dimora vige un tacito accordo: i clochard possono dormire all’interno della hall d’ingresso, e d’inverno sui treni, a patto che non sporchino. «Nell’ultimo periodo c’è un degrado pazzesco –

spiega Paola – Da quando il dormitorio degli Angeli Urbani ha chiuso, chi era ospite dagli Angeli Urbani si è trasferito in stazione. Spesso arrivano ubriachi. Io non ho alternative, dove posso andare? Mi metto ad occupare abusivamente una casa? Non è giusto e poi avrei problemi. Ad essere sincera sono preoccupata perché la Polfer si è lamentata del degrado che sta dilagando in stazione e temo che possano fare uno sgombero. Non so proprio dove potrei andare». Paola dice di essere stanca di questa vita. «Sono stata spesso in psichiatria in questi ultimi sei mesi. La strada ti porta allo sfinimento e arrivi al punto di farti del male». Paola è senza fissa dimora da 4 anni. La sua storia è comune a tante altre: la donna, originaria di Locate Varesino, ha perso cinque anni fa il lavoro. Non è, quindi, più riuscita a far fronte al pagamento dell’affitto e le è arrivato lo sfratto. Pensando di avere più possibilità trasferendosi nel capoluogo di provincia, tre anni fa è arrivata a Varese. Il Comune, però, non può aiutarla perché la sua ultima residenza risulta appunto a Locate. «Gli aiuti a Locate non ci sono, la Caritas non c’è. Le alternative che avevo erano Varese o Milano. La mia situazione è diventata davvero pesante e a Varese non c’è un centro di accoglienza dedicato alle donne».