Le Piante Guerriere fanno il botto

Ultima conferenza venerdì 6 maggio su “Piante e delitti: la botanica forense”. A vedere la mostra in esposizione ai Musei Civici di Villa Mirabello si sono recati in 5300

– “Piante Guerriere” fa il pienone di visitatori. La mostra sulle meraviglie vegetali in esposizione ai Musei Civici di Villa Mirabello ha registrato l’affluenza record di quasi 5300 presenze totali: non solo appassionati di florovivaismo ma anche tanti bambini accompagnati da genitori o da insegnanti, tutti affascinati dalle piante carnivore – come la morsa della Dionaea muscipula, oppure i sacchetti-trappola delle Nepenthes – e dalle foglie della Mimosa pudica, che si ritraggono al minimo contatto, dai colori accesi delle orchidee, oppure dalle Bromelie appese agli alberi.

L’esposizione – ideata da Francesco Tomasinelli, naturalista e fotogiornalista, e da Raffaella Fiore e Loredana Martinoli dell’associazione Pithekos di Milano – a cura dell’Università degli Studi dell’Insubria, con la collaborazione del Comune di Varese – con la supervisione di Bruno Cerabolini, docente di Botanica all’Insubria; di Adriano Martinoli, docente di Zoologia all’Insubria, e di Serena Contini, coordinatore del Museo – ha persino superato il già grande successo (5000 presenze) della prima mostra nata dalla collaborazione tra Comune e Ateneo sui “Predatori del Microcosmo” e, proprio per dare la possibilità anche ai ritardatari di ammirare le centinaia di specie vegetali di Villa Mirabello, l’apertura è stata prorogata fino al 22 maggio 2016.

Le Piante Guerriere sono persino “sbarcate” su “Topolino” il celeberrimo fumetto della Disney, infatti, dedica – all’interno del numero in edicola proprio in questi giorni – un servizio al variegato vivaio di piante provenienti da tutto il mondo dei Musei Civici e insieme al giornalino regala ai lettori una bustina di semi di Nasturzio (una varietà di colonizzatrice, ossia una pianta che si propaga rapidamente nel territorio circostante) affinché ciascuno possa piantare la sua pianta “guerriera”.

«La Mostra e il ciclo di conferenze rappresentano un’occasione per avvicinare l’Università al territorio in modo semplice e immediato. Dare la possibilità ai “non addetti ai lavori” di toccare e vedere l’”oggetto” degli studi dei nostri ricercatori e di ascoltare dalla loro viva voce le ricerche condotte è un mezzo stimolante per diffondere e disseminare la cultura scientifica. La collaborazione con il Comune di Varese si conferma un successo e certamente continueremo su questa strada» sottolinea il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi dell’Insubria, Alberto Coen Porisini.

«Fare meglio della mostra sui “Predatori del Microcosmo” era difficile, ma anche questo obiettivo, ambizioso alla vigilia, l’abbiamo raggiunto. L’idea di portare, grazie alla preziosa e proficua collaborazione con l’Università, la scienza – in particolar modo il suggestivo e affascinante mondo delle piante, dopo quello degli animali – all’interno dei nostri Musei Civici, che di solito ospitano opere d’arte, è risultata vincente. Un grazie va anche a tutti i relatori e al pubblico, affezionato e numeroso, delle conferenze» afferma l’Assessore alla Cultura del Comune di Varese, Simone Longhini.

Molto apprezzata anche la possibilità offerta alle scuole di visitare la mostra con la speciale guida degli studenti dei Corsi di Laurea in Scienze dell’Ambiente e della Natura e in Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi dell’Insubria, finora infatti, vi hanno preso parte ben 800 alunni provenienti da tutta la provincia, dalla scuola primaria ai licei (è ancora possibile prenotare la visita [email protected]).

Pienone – con una media di una settantina di partecipanti ogni volta – anche per le conferenze settimanali organizzate a corollario dell’esposizione, su tematiche legate alla botanica e al rapporto tra piante, animali e uomo. L’ultimo appuntamento in programma per quest’anno, nella Sala Risorgimentale, dei Musei Civici, venerdì 6 maggio 2016, è con il botanico Marco Caccianiga, dell’Università Statale di Milano, che parlerà di “Piante e delitti: la botanica forense”, ossia lo studio delle piante applicato alle indagini giudiziarie.

Questa disciplina, ancora poco utilizzata in Italia ma che riscuote interesse sempre crescente, si basa sulla capacità delle piante di raccontare l’ambiente in cui crescono. Con la loro presenza, frammenti di piante e altri resti vegetali possono suggerire gli ambienti dove i reperti indagati (resti umani, oggetti o altro) siano stati prima del loro ritrovamento. Inoltre, lo studio dell’ambiente di rinvenimento dei reperti permette di ricostruire la dinamica di un delitto e (cosa spesso critica) il tempo trascorso da esso, o può aiutare nel rinvenimento di sepolture occultate. «Con l’aiuto di casi reali, vedremo come la conoscenza delle piante può fornire elementi utili alle indagini, e scopriremo quali piante e ambienti si trovino maggiormente coinvolte in casi criminosi nel nostro paese» racconta Caccianiga.