Le stazioni cambieranno faccia. Arriva “La città della mobilità”

L’intervento è pari a 25 milioni di euro tra fondi pubblici e privati

– Sviluppare un’area della città ma con una proiezione di rilancio economico di un’intera comunità. È questa la ratio del nuovo progetto per il comparto stazioni, Giubiano e aree limitrofe, presentato ieri dalla giunta Galimberti, nella prima di un ciclo di giunte itineranti, che si terranno in giro per la città in funzione degli argomenti posti all’ordine del giorno.

Quella di ieri, a tema unico, è stata proprio per l’approvazione del progetto preliminare relativo alla riqualificazione del comparto stazioni, «teso sostanzialmente a dare attualità a un intervento di cui si discute da decenni- ha detto il sindaco Galimberti -. Il progetto si colloca all’interno di un bando presentato dalla Presidenza del consiglio dei ministri che scade all’inizio della prossima settimana e che consente di riqualificare le aree dei capoluoghi degradate che necessitano ammodernamento e riposizionamento rispetto ad un ambito più moderno».

Il progetto, realizzato dagli uffici tecnici del Comune, è molto più semplice rispetto a quelli ipotizzati nel passato, ma abbastanza articolato «e innanzitutto si distingue per la sua assoluta fattibilità in termini di costi e di tempi – ha spiegato l’assessore Andrea Civati -. È un intervento da 25 milioni di euro, tra opere pubbliche (14 milioni Iva esclusa) e private. Noi puntiamo ad avere dal governo un finanziamento di 18 milioni, ma anche qualora ottenessimo una cifra inferiore,

potremmo comunque fare l’intervento e in tempi rapidi, massimo due anni». Gli obiettivi del progetto sono innanzitutto «quello di ricucire la ferita, in termini urbanistici, che è costituita dal sedime ferroviario delle ferrovie Nord e dello Stato, che divide in due parti la città. Due zone che non sono meno importanti, ma quella del centro è qualitativamente più bella mentre quella di Giubiano, nonostante sia ricca di servizi, ha vissuto in questi anni un fenomeno di periferizzazione». Per riunirla al centro e ricucire la ferita, «faremo un passaggio pedonale sopraelevato che da piazzale Trieste consentirà al pedone di attraversare i binari e arrivare in via Del Ponte, a pochi metri dall’ingresso dell’Ospedale. Nel progetto c’è anche la riqualificazione di piazza Biroldi, via Del Ponte e l’inizio di via Maspero, perché diventino un’area pedonale per cittadini e pazienti dell’Ospedale».

Entro sei mesi partiranno anche i lavori del parcheggio, su un’area privata, da 360 posti al servizio del nuovo polo materno infantile. «Un’altra opera è la connessione, attraverso un sottopasso, della stazione dello Stato con via Del Ponte. Quindi il passeggero che arriva in Stazione e deve andare all’Ospedale farà 100 metri e sarà arrivato». Più legato invece alla creazione di una “città della mobilità” «è la realizzazione di opere di connessione, quindi di un secondo grande passaggio pedonale che da piazzale Trieste va a piazzale Trento con possibilità di proseguire fino all’inizio di via Como. Questo passaggio è importante anche per i passeggeri che devono eseguire il cambio di stazione, che potranno farlo senza alcun dislivello». Gli altri tratti qualificanti di questa “città della mobilità” sono la realizzazione di una velostazione che consentirà anche di prendere la bicicletta e, attraverso la nuova pista ciclopedonale, raggiungere il lago passando per via Morosini, Casbeno, Villa Recalcati e i prati di Cartabbia e Capolago.

Il secondo obiettivo del progetto è invece quello di trasformare Varese, «perché passi da binario morto a punto di partenza e crocevia di una serie di relazioni e spostamenti. E quindi realizzeremo una stanza urbana per i passeggeri con due grandi coperture: una davanti alle Ferrovie dello Stato che arriva fino all’incrocio con viale Milano e una su piazzale Kennedy, per creare un moderno e qualificato bus terminal dove il passeggero può uscire dalle ferrovie e attendere comodamente il pullman al coperto».

Infine, nel progetto è compreso un ultimo intervento che riguarda la socialità: «La riqualificazione del centro diurno con 500mila euro e di quei passaggi degradati tra le stazioni – ha concluso Civati – per far ripartire zone oggi dismesse che i privati sarebbero così incentivati a rilanciare».