Le stupravano per poi prostituirle. In manette due fratelli di Varese

I militari hanno preso i due uomini nella giornata di lunedì. Entrambi devono scontare una pena residua di 4 anni

Due fratelli di 62 e 59 anni sono stati arrestati dai carabinieri della stazione di Varese e dai militari del nucleo operativo radiomobile nella giornata di lunedì 28 novembre.
I due, pregiudicati, uno senza lavoro e l’altro operaio, sono stati arrestati in esecuzione di un mandato di carcerazione emesso dalla Corte d’Appello del Tribunale di Milano: entrambi devono scontare una pena residua di 4 anni l’uno, per concorso in sfruttamento e violenza sessuale.I reati commessi dai due fratelli,

residenti a Varese ma di origine sarda, sono stati commessi tra il 1999 e il 2000. Sono stati portati nel carcere dei Miogni a disposizione dell’autorità giudiziaria. I fatti contestati risalgono a 16 anni fa. I due fratelli furono coinvolti in un’indagine relativa ad un giro di squillo costrette a prostituirsi e “avviate al lavoro” tramite violenza sessuale. Le ragazze venivano stuprate per essere “convinte” a prostituirsi. I due fratelli, a quanto pare, agivano anche come “autisti” accompagnando le ragazze lungo le strade o dai clienti in modo che queste fossero sempre e costantemente sotto controllo e non potessero ribellarsi alla sorte a loro toccata. Si trattava di ragazze straniere in particolare slave. Arrivavano in Italia con il miraggio di un lavoro per bene e si ritrovavano sulla strada. I due fratelli furono arrestati nell’ambito di una vasta operazione: non erano al vertice dell’organizzazione, tuttavia vi collaboravano attivamente. Negli anni i processi si sono susseguiti tra loro sino al terzo grado di giudizio che ha definitivamente sancito la condanna dei due. Una volta arrivati a definitiva condanna la Corte d’Appello di Milano, diventata esecutiva la pena ha emesso un’ordinanza di carcerazione a carico della coppia. I militari hanno trovato i due fratelli arrestandolo. Si trovano adesso in carcere dove sconteranno la condanna. Negli anni organizzazioni di questo tipo si sono rivelate molto presenti su tutto il territorio varesino. In seno ad altra indagine, che non ha coinvolto i due fratelli, le ragazze non soltanto venivano abusate dai loto sfruttatori ma venivano costrette a prostituirsi senza chiedere aiuto a nessuno attraverso la minaccia.
In particolare gli sfruttatori dicevano alle ragazze che avrebbe ucciso i loro familiari qualora avessero cercato di scappare, di sottrarsi al loro destino atroce denunciando quanto subivano ed erano costrette a fare.