L’esempio del Maggiore Corona

Il Comandante della Compagnia dell’Arma di Varese verrà trasferita nella Capitale. E andrà in missione

– Indossare una divisa. E portare avanti quei valori, nell’impegno di tutti i giorni, che solo che ha nel cuore la devozione verso la comunità e il senso di servizio è capace di fare.

Non sempre ci si sofferma sul lavoro che compiono le nostre Forze dell’Ordine, spesso nella mentalità comune questo lavoro viene visto con fastidio. Non stiamo ad elencare i cliché che girano nella chiacchiere da bar o nei più moderni post su Facebook.

La verità è che è grazie a chi ha scelto si svolgere questo lavoro se la vita democratica del nostro Paese viene difesa, se i cittadini sono liberi di uscire di casa. Se viviamo in uno Stato di diritto e non regna la legge del più forte. I Carabinieri sono il baluardo, insieme alle altre Forze dell’Ordine, della nostra libertà.

Gli esempi sono tanti, i nomi da citare tantissimi e non sempre c’è l’occasione di farlo. Oggi il nome che citiamo è quello del Maggiore Gerardina Corona, che ha guidato negli ultimi anni la Compagnia dell’Arma di Varese. E ieri ha ufficialmente salutato la città e i suoi compagni, dal momento che verrà trasferita al Comando Generale di Roma, dove coordinerà un progetto di collaborazione internazionale interforze, con specifica attenzione alle donne. In estate tornerà in Iraq, dove era già stata nei mesi scorsi, con il compito di formare poliziotte irachene.

Corona è l’esempio per tutte le donne: forte e determinata, il segno che la società ha bisogno di sempre più donne nei posti chiave. Con buona pace di chi ancora ha una visione maschilista della società. Ma questi ultimi sono stati ormai sconfitti dalla storia e dagli esempi come il Maggior Gerardina Corona. «Mi sono sentita fin da subito a casa qui a Varese – ha raccontato ieri il Maggiore Corona, al termine del saluto –

ho potuto portare avanti il mio impegno in maniera molto positiva, con il supporto dei miei superiori e di tutti i militari dell’Arma della mia compagnia. Varese è una città sicura, che con la collaborazione di tutti i cittadini può diventare ancora più sicura». Di tutti i casi che ha affrontato, il Maggiore Corona è rimasta in particolare colpita dalla vicenda «di Azzate, dove molti minori sono rimasti coinvolti in attività legate agli stupefacenti. Il fatto che le fasce più deboli, come i giovani, siano vittime di questi fatti ci deve portare ad aumentare sempre di più anche il lavoro di prevenzione».