L’esercito al confine fa paura: «Un danno per i frontalieri»

Il caso svizzera - L’ipotesi di mobilitare i militari contro l’emergenza profughi piace ai lumbard. No di Comi

L’esercito svizzero alle frontiere? Si teme l’effetto-Brennero anche ai nostri valichi. Salvini e i leghisti applaudono: «Gli svizzeri sì, che hanno le idee chiare». Ma l’europarlamentare di Fi lancia l’allarme: «Sarebbe un danno per i nostri frontalieri e le nostre imprese. Chi vuole la chiusura delle frontiere non ama il nostro Paese». Si surriscalda il clima politico anche alle nostre latitudini, dopo che si è diffusa la notizia della mobilitazione dell’esercito svizzero in previsione di una possibile emergenza profughi.

Sono duemila le divise che sono state allertate, e che andranno ad affiancarsi alle guardie di confine nel caso in cui la pressione dei migranti ai confini con l’Italia dovesse raggiungere i 30mila arrivi in pochi giorni.«Di primo acchito mi verrebbe da dire: speriamo che vengano 15 chilometri più in giù – ammette, sarcasticamente, il segretario provinciale della Lega Nord e sindaco di Morazzone – Nel merito però, rifletto sul fatto che un mondo senza confini è un’utopia irrealizzabile, frutto dell’ideologia di sinistra e del pacifismo strumentale degli ultimi decenni in Europa. Bene fanno gli Stati a controllare le loro frontiere a tutela dei cittadini». Il problema è che, nel caso in cui le rotte dei migranti dovessero davvero spostarsi verso il confine svizzero, il nostro territorio finirebbe in prima linea. «Abbiamo oltre confine un mondo normale che non si piega ai beceri buonismi, mentre di qua siamo allo sbando per colpa di un governo schiavo di ideologie buoniste – ammette Bianchi – Certo il problema si riverserà sui nostri confini, ma quello che più conta è che non siano gli enti locali a pagarne le conseguenze». Anche il segretario federale della Lega Nord

aveva affrontato il caso dell’esercito ai confini nel corso del suo intervento di sabato pomeriggio in piazza del Podestà a Varese: «La Svizzera presidierà i confini? Va che scemi gli svizzeri? L’Austria controlla il Brennero? Che gente strana. Come se voi tornando a casa alla sera, una volta rientrati in casa, chiudeste la porta. Che gente di poca fede: perché chiudere la porta quando si rientra in casa? Tanto c’è in giro solo gente perbene. Perché chiudere le frontiere? Tanto entrano solo risorse».
Salvini sul tema non ha dubbi: «Gli svizzeri hanno le idee chiare, come gli austriaci, gli ungheresi, gli svedesi, i tedeschi, i francesi. Purtroppo mi sembra che l’unico governo con le idee poco chiare sia quello di Renzi. Anche io spero in un futuro senza muri, eserciti e barriere, però un controllo di chi entra e chi esce in Italia è doveroso». Ma l’europarlamentare di Forza Italia Lara Comi, che sta seguendo da vicino anche la questione della chiusura del Brennero da parte dell’Austria, è già preoccupata.«Coldiretti ha stimato in dieci miliardi di euro l’impatto economico negativo della chiusura della frontiera del Brennero. Pensiamo a cosa potrebbe succedere se qualcosa di simile dovesse verificarsi ai nostri valichi: cosa succederebbe agli oltre 25mila frontalieri della provincia di Varese e alle imprese che operano in Canton Ticino?». Un allarme che Lara Comi intende combattere: «Sono una parlamentare italiana, eletta dai cittadini italiani, amo la mia patria e penso alla dignità dei nostri lavoratori e delle nostre imprese. Chiudere le frontiere interne in Europa sarebbe un suicidio e metterebbe in crisi il nostro sistema economico. Chi ama l’Italia chiede di lasciare aperte le frontiere interne e di rafforzare i controlli su quelle esterne. Chi è per la chiusura delle frontiere non ama l’Italia, gli italiani, i frontalieri e le Pmi». Anche perché «se Svizzera e Austria dovessero schierare l’esercito per fermare i migranti, il problema dovremmo gestirlo noi».