Libreria del Corso: «Speriamo sia solo un arrivederci»

Sono stati tantissimi i varesini che ieri sono passati in negozio per salutare i proprietari

«La speranza è che questo sia solo un arrivederci». Cristina e Luca della Libreria Del Corso hanno salutato ieri i loro clienti con l’augurio che presto la libreria possa riaprire, in una location diversa e meno costosa.
Sono stati tantissimi i varesini che ieri sono passati dalla Libreria Del Corso per salutare i titolari e per comprare quanti più libri possibili, come se da domani non se ne vendessero più in città.

Anche se di librerie ce ne sono altre, per i lettori appassionati, quelli che ancora resistono alla tecnologia degli ebook reader, «l’unica libreria di Varese è questa – dicono tutti – È qui che trovi personale che conosce i tuoi gusti, che ha letto la maggior parte dei libri che propone e sa sempre cosa consigliarti».
Il dispiacere è grande in tutti, anche in chi magari non frequentava il luogo «perché le sue vetrine sono un’istituzione,

sempre curate, originali e che parlano davvero della città». Le stesse che hanno ospitato esposizioni di artisti varesini, di prodotti locali, in una commistione di cultura e territorio sempre originale.
«Tra i ricordi più preziosi che ho, c’è proprio quello del mio libro esposto in vetrina – dice Luca Alfano, anche lui passato ieri a salutare – Poter scrivere il libro che raccontava la mia storia e vederlo esposto nella prima libreria della città è sempre stato il mio sogno e loro lo hanno realizzato».
I libri scritti dai varesini hanno sempre un posto di riguardo nell’esposizione «ed è questo che li caratterizza. Loro rappresentano l’espressione della varesinità, un patrimonio del commercio varesino che si sta perdendo – dice amareggiata Lisi Rusconi – Cosa rimane adesso in centro? Niente, a parte la pescheria Piccinelli. Non vale più la pena venire a Varese, una città che non ha saputo salvare i centri storici dall’omologazione e dalla grande distribuzione».

Varese perde un negozio importante «e la possibilità per i varesini di respirare un po’ di aria di cultura – dice Sara Cavallini – L’odore che hanno le pagine dei libri e che ti avvolge quando entri alla Libreria Del Corso. Il timore più grande è rivolto però a quello che ci aspetta. Chi prenderà il loro posto? Spero non un negozio di chincaglierie inutili».
Per ora non si sa ancora chi entrerà al posto della Libreria Del Corso e nemmeno se l’attività riaprirà altrove. «Non sappiamo davvero nulla ancora – sottolinea la titolare, Cristina – Quello che è certo è che la libreria funzionava benissimo. L’avvento degli ebook lo abbiamo patito, ma molti lettori cominciavano a tornare in libreria, perché il piacere che da sfogliare un libro è insostituibile».

La decisione di chiudere deriva da altro: «dalle spese troppo alte – ammette – I costi dell’affitto, e non solo, non erano più sostenibili».
Quindi non è da escludere che la Libreria possa riaprire più avanti, in un posto meno centrale. «Speriamo – confessano Stefano, Assunta e il piccolo Diego, che ieri hanno fatto scorta di libri per bambini – Solo qui riusciamo a trovare delle belle storie che appassionino alla lettura nostro figlio. Libri che aiutano a crescere e a comprendere il mondo e non le solite storielle raccontate dai personaggi popolari dei cartoni animati».
Per raccogliere e conservare tutte le testimonianze di affetto dei loro clienti, i titolari hanno appeso fuori dalla libreria alcuni fogli in cui scrivere un pensiero e nell’arco di una giornata si è riempita la vetrina di commenti.