Lo stagno che danneggia il rione

I residenti protestano per le condizioni critiche dell’area boschiva tra il campus e le abitazioni

Alle Bustecche, incastonata fra la zona residenziale delle torri e il Campus universitario, c’è un’area boschiva di robinie e castagni all’interno della quale si trova, da tempo immemorabile, uno stagno di modeste dimensioni ma che crea qualche problema agli abitanti delle case limitrofe. Sarebbe un bosco bellissimo, in un quartiere che piano piano si sta trasformando sempre di più in un gioiello, fra marciapiedi rifatti, il rinato Varesello e una piramide in corso di rivalutazione se non fosse che da un paio di anni proprio da quelle acque paludose si vanno formando nubi di zanzare che,

a partire dai primi caldi, ammorbano l’aria e impediscono ai residenti di godersi le giornate all’aperto. «È un problema serio» riferisce Fabio Giusti, di professione salumiere, personalità carismatica del quartiere. «Noi residenti di via Cascina del Rosario, che abitiamo nelle villette a schiera prima della siepe che separa l’abitato dal bosco, ancora prima che arrivi l’estate ci troviamo nell’impossibilità di uscire nei nostri giardini e di tenere le finestre aperte senza dover cospargerci da capo a piedi di prodotti contro le zanzare: non è sano vivere così. Fino ad un paio di anni fa l’acquitrino veniva sanificato dal Comune, mentre ora siamo completamente esposti al disagio, senza contare che se qualcuno dovesse avventurarsi in quella palude, magari un bambino, sarebbe molto pericoloso». I residenti, Fabio in testa, hanno cercato variamente di riempire l’area stagnante con rami e fronde di alberi, ma le piogge colmano ripetutamente la pozza nel terreno, si incrementa la marcescenza e non se ne viene a capo. Dino De Simone, assessore al Verde Pubblico, ha fatto tempo fa un sopralluogo e ha studiato l’area da più punti di vista. «Non si può parlare propriamente di stagno perché non c’è nemmeno più una roggia ad alimentarlo, da quando la zona ha subito le diverse fasi dell’urbanizzazione. È rimasta una pozza che si riempie e si svuota e se un tempo esisteva un certo tipo di regime, da tempo è stato devastato tutto. Assieme ai tecnici degli uffici che si occupano del dissesto geologico ho valutato il da farsi e abbiamo deciso di disinfettare con alcune pastiglie ecologiche e non nocive per l’uomo i torrentelli che scorrono nella zona; per quanto riguarda la pozza, stiamo valutando su come sistemarla al meglio ma posso dire sicuramente che presto la bonificheremo interrandola per risolvere sul nascere i problemi di proliferazione di zanzare fastidiose e la presenza potenziale di altri animali dovuti a rifiuti. Il mio intento è di rendere tutta l’area fruibile». Ma il progetto di De Simone è a più ampio spettro: «Dobbiamo fare in modo che quell’area diventi in generale più fruibile e bella per tutti gli abitanti del quartiere e anche per tutta la città. Vorrei fare di questo bosco una cerniera tra le Bustecche da una parte e il Campus universitario dall’altra, di modo che per gli abitanti diventi un luogo bello, sicuro, pulito per arrivare direttamente al polo universitario. Il Comune sta lavorando in sinergia con l’università e non solo: stiamo anche pensando di chiedere finanziamenti per sistemare al meglio tutte le aree strategiche e periferiche in modo che si possano connettere facilmente con il centro città: questa delle Bustecche è una delle tante ma mi è particolarmente cara».