Mantegazza chiuso. Baragiola vuoto

Il parco del castello di Masnago è sotto sequestro ma, nonostante i cartelli, l’altro per ora non sfonda. Binelli: «Da definire gli orari d’apertura, poi decollerà». Longhini: «Al lavoro per rilanciare la dacia»

– Se chiude il parco Mantegazza, i residenti tornano a casa piuttosto che andare a far due passi in villa Baragiola. Lo dimostra il comportamento che ha tenuto l’utenza in queste settimane di sequestro del parco Mantegazza: nonostante un cartello sul cancello di via Monguelfo informasse dell’esistenza del parco di villa Baragiola, in pochi vi si sono effettivamente recati. E questo nonostante il parco sia davvero bello.

Stiamo parlando di un ampio giardino all’inglese, tipico esempio del collezionismo botanico di fine Ottocento, vasto 75 mila metri quadrati. Il posto ideale per fare una passeggiata tranquilla con il proprio cane, o per portare i bambini a giocare all’aperto. All’interno vi sono numerose piante di pregio messe dai Baragiola, come l’agrifoglio, il frassino, il ciliegio, l’ippocastano, il tiglio, la sequoia gigante, il pino nero, il larice, l’abete rosso. Alcuni di questi alberi sono piuttosto rari in natura (agrifoglio,

tiglio), altri invece molto usati come piante ornamentali per la grandezza e la bellezza delle loro chiome e delle loro fioriture. Ad aumentare il fascino del parco, c’è una costruzione singolare. Si tratta di una dacia in legno che risale agli anni trenta, recentemente restaurata. Come mai, dunque, i varesini non si recano in questo parco, che tra le altre cose è anche provvisto di parcheggio e dove c’è anche un museo tattile? Abbiamo provato a chiederlo a (assessore alla Cultura) e (assessore all’Urbanistica). «Secondo me il problema è che quel parco formalmente non è aperto al pubblico – dice Binelli – Ad oggi non sono definiti gli orari di apertura e nel fine settimana è chiuso. Credo che ci sia qualche problema di custodia. Mettendo a punto questi aspetti pratici, credo che il parco potrebbe aumentare le frequentazioni».

«Quel parco va fatto vivere perché è uno dei più belli della città – afferma Longhini – Per quanto riguarda l’utilizzo della dacia, stiamo vagliando alcune ipotesi. Una di queste è la collaborazione con la Triennale di Milano, che vi potrebbe portare il bel lavoro che avevamo esposto al castello di Masnago per l’Expo sulla storia dei Sacri Monti». «Ci sarebbe anche lo spazio e la possibilità di aprire un bar che sarebbe molto utile per i frequentatori della dacia e del parco. Oltre, come già previsto, alla sede della Fondazione Paolo VI per lo studio del sacro Monte. Comunque, l’edificio così ristrutturato è di pregio e molto affascinante e si inserisce perfettamente nel contesto del parco».

Secondo Longhini, quindi, la strada è «mettere in villa Baragiola dei punti di interesse che oggi mancano», con l’obiettivo di «far rivivere il parco, che è uno dei più belli della città». Può essere che i varesini non ci vadano perché intimoriti dall’aspetto decadente dell’area più antica della villa, dove ci sono anche cartelli di pericolo. Forse bisognerebbe creare un’area gioco nuova, con scivoli e altalene, e mettere a posto la zona degli attrezzi da giardino, dove c’è il rischio di cadere e di farsi male.