«Marco quel giorno disse: “mi hanno inculato”. Da genitore rendo merito a mamma Tonina»

«Davanti a me il Pirata diede un pugno alla finestra. Non aveva bisogno di trucchi, aveva stradominato»

– Stefano Garzelli quel cinque giugno del 1999 c’era, in maglia Mercatone Uno. Era un compagno di squadra di Marco Pantani, ricorda tutto di quel giorno e oggi, a distanza di quasi diciassette anni, si è giunti ad una svolta, ad un briciolo di verità.

«Non so come commentare, se devo essere sincero, perché sono ormai tanti anni che mi ripetono le stesse domande. Della rivelazione di Vallanzasca se ne parlava da tanti anni, però come sappiamo tra il dire ed il fare c’è differenza. Sentendo questa nuova intercettazione abbiamo finalmente la conferma che qualcosa di concreto c’è, soprattutto perché ha confermato tutto il discorso della scommessa contro Marco. Io personalmente non conoscevo i valori del sangue di Marco, però

sono sicuro che non avesse bisogno di quel punto e mezzo di ematocrito in più per vincere un Giro che aveva dominato dal primo all’ultimo giorno».
I ricordi di quel giorno sono nitidi: «Qualcosa di strano c’era stato, però la certezza è che quella mattina Marco davanti a me diede un pugno alla finestra dicendo “mi hanno inculato”. Io di certo so questo, perché c’ero ed ho visto la sua reazione, poi non mi espongo in altri commenti».
Si è arrivati ad una verità grazie all’insistenza e alla caparbietà di mamma Tonina, che non ha mai ceduto, è andata fino in fondo, ha sempre chiesto giustizia ed ora l’ha ottenuta, perlomeno per quanto riguarda Campiglio: «Sì, bisogna rendere il merito alla madre di Pantani perché è sempre voluta andare dietro alla verità. Sarebbe bello arrivare alla completa realtà dei fatti, ma ho paura che sia impossibile a questo punto. A meno che qualcun altro confessi questo presunto scambio di provette. Ho letto di novità che verranno fuori nei prossimi giorni, e a quel punto si valuteranno tante cose. Sono passati diciassette anni, se ne parla da un’infinità di tempo, e giustamente Tonina non ha mai voluto rassegnarsi, da madre di un figlio in cui credeva. Io al posto suo avrei fatto la stessa cosa, sapendo e credendo fermamente nella sincerità di un figlio. Ha intrapreso una battaglia che la sta portando ad avere un po’ di verità e di giustizia. Se lo merita».

La Mercatone Uno quel maledetto 5 giugno abbandonò il Giro, vinto poi da Gotti. Marco Pantani non fu più lo stesso, ma Garzelli ricorda ancora: «Sarebbe davvero triste che la camorra lo abbia fatto fuori così, solo per un giro di scommesse. Quella mattina a colazione con noi compagni e con Martinelli era tranquillo, si parlava della tappa che avremmo dovuto affrontare. Non ho mai cambiato idea su quel giorno e ripeto che Marco non aveva bisogno di nessun trucco per vincere quel Giro d’Italia che aveva dominato fin dall’inizio».