Marta e Varese: una storia d’amore

Addio alla contessa Marzotto - A Velate visse il suo amore con l’artista Renato Guttuso

È morta Marta Marzotto. La stilista si è spenta ieri a Milano, aveva 85 anni. Regina dei salotti dalla vita a tratti scandalosa, ex modella, donna bellissima, musa del pittore Renato Guttuso. A Varese la legò proprio questo: il maestro della pittura neorealista s’era innamorato di Velate e lì aveva una villa dove la moglie visse a lungo. La Marzotto di quel «pittore ufficiale del Partito Comunista» si innamorò perdutamente e a Varese lo raggiunse spesso. «Rendendo Velate – raccontaaolo Zanzi, artista e fotografo varesino che Guttuso lo frequentò – ancora più bella». Perché Marta, non modella ma Musa (unica e sola) dell’artista, compare in numerosi dipinti e disegni del pittore. «Lei che guarda dalla finestra – racconta Zanzi – lei tratteggiata a carboncino dalla mano unica di Guttuso. E sullo sfondo la nostra Velate. Bellissime entrambe».

A dare la notizia della scomparsa della “contessa” per definizione è stata ieri la nipote Beatrice Borromeo, con un tweet di addio alla amata nonna. «Ciao nonita mia», ha scritto pubblicando una foto. Già da diversi giorni era ricoverata nella clinica La Madonnina a Milano, dove è morta. Quello della Marzotto con la nostra città fu un amore tradito. Qui trascorse lunghi momenti con Guttuso. Qui fu mandata a processo nel 2005 accusata di avere violato la legge sul diritto d’autore. Motivo: la realizzazione nel 2000 in una stamperia varesina di 700 serigrafie di opere destinate al mercato del pittore scomparso nel 1987.

Insieme a lei fu indagato anche un grafico di Varese, Paolo Paoli, lo stampatore di fiducia di Guttuso. Dodici anni dopo l’inizio della vicenda sia Marzotto che Paoli furono assolti da ogni accusa con tante scuse. Con Guttuso vivo, però, l’amore per Varese era sincero, non di convenienza. «Mio fratello Luigi, oggi scomparso – racconta ancora Zanzi – fu consulente legale di Guttuso. Conobbe Marta Marzotto molto bene. Io la potei incontrare qualche volta. Tre aggettivi per lei: brillante,

disinibita, bellissima. Una donna con un talento proprio che certo non ha mai vissuto della luce riflessa dell’artista». E nella villa di Velate si consumò quell’amore scandaloso, che appena nato fece storcere il naso e fare il segno della croce a tutta Italia. Un uomo sposato con un’amante alla luce del sole? «Ebbene sì – dice Zanzi – e dirò di più: nella villa di Velate ha vissuto principalmente la moglie di Guttuso. Ebbene quella villa li ospitò tutti e tre, contemporaneamente e spesso. Ma erano persone di una classe da saper gestire anche questo menage a trois in modo intelligente. Andavano d’accordo. Tutti e tre. Oggi una cosa del genere, con una discrezione del genere, non sarebbe assolutamente possibile».

Marta Marzotto non si oppose mai, anzi, fu sempre favorevole «alla creazione di una Fondazione Guttuso a Varese – racconta Zanzi – fu mio fratello a scrivere lo statuto. Varese lì, perse un’occasione. La città avrebbe avuto la villa del maestro, lo studio e parecchie opere. Fu il Comune a scivolare su una piccola cifra: mi pare di ricordare che si trattasse di circa 40 milioni di vecchie lire. Una cifra modesta. Scivolarono su quella somma e Varese perse un’occasione storica. Perse l’opportunità di avere un patrimonio». Ieri è morta la donna che rese «ancora più bella Velate». «Elegante – dice Zanzi – e spiritosa. A Varese non fu mai mondana. Oltre alla villa di Velate non si mise mai in mostra in nessun altro luogo della città».