Minaccia la strage, minuti di panico

La chiamata - Provvidenziale intervento dei carabinieri che hanno disarmato e arrestato il 35enne

– «Venite. Sto per fare una strage». La chiamata da brivido è arrivata alla centrale operativa dei carabinieri del comando provinciale di Varese intorno alle 3 della notte tra sabato e domenica. Parole scandite in perfetto italiano con voce concitata. Parole capaci di evocare in chiunque lo spettro della strage di Monaco appena compiuta da un diciottenne. La chiamata è stata immediatamente localizzata dai militari. Via Wagner, Varese, non lontana dal polo ospedaliero cittadino.

I militari del nucleo operativo radiomobile hanno raggiunto il posto in pochi minuti, tagliando il centro cittadino a tutta velocità. E in via Wagner c’era l’autore di quella telefonata da incubo: un varesino di 35 anni, con problemi comportamentali e di tossicodipendenza, già seguito dal Cps. L’uomo era vicino a un ricovero di fortuna, un vecchio furgone rotto e decrepito. Quando ha visto i militari si è lanciato contro di loro: in pugno stringeva un coltello da 28 centimetri di lunghezza. Non è chiaro se nella mente stravolta del trentacinquenne quella chiamata dovesse costituire una trappola per far arrivare i carabinieri e poi tentare di accoltellare i militari, oppure è un’assurda richiesta d’aiuto che ha poi ceduto il passo alla follia violenta. L’uomo era comunque armato e molto pericoloso.

Brandiva il coltello mulinando colpi contro chiunque tentasse di avvicinarlo. I carabinieri hanno in ogni modo cercato di contenerlo. In particolare evitando il rischio che il trentacinquenne potesse aggredire qualche passante nottambulo o potesse fare del male a se stesso o agli uomini intervenuti. Con lui non c’è stata alcuna possibilità di dialogo. Continuava a gridare “faccio una strage, faccio una strage” e a sferrare fendenti contro i carabinieri. L’uomo andava bloccato e il suo ricovero di fortuna controllato. C’era infatti il rischio che potesse aver nascosto altre armi. Armi che avrebbero costituito un pericolo per i cittadini, magari.

Il trentacinquenne si è fatto ancora più aggressivo e violento continuando ad attaccare i carabinieri coltello in pugno. La durata dell’azione sembrerebbe lunghissima, in realtà tutto si è svolto in pochi minuti.I militari, infatti, davanti alla furia del trentacinquenne che in quel momento forse aveva il solo obbiettivo di accoltellare i carabinieri hanno esploso tre colpi di pistola in aria, così come consentito dai protocolli, a scopo intimidatorio. La pistola non è mai stata rivolta contro il trentacinquenne e i colpi volutamente sparati in aria non hanno ovviamente ferito nessuno.

Si è trattato di una manovra per costringere l’uomo a bloccarsi. E ha funzionato. Il trentacinquenne forse si è reso conto della situazione, forse si é soltanto spaventato, ma ha perso il controllo della situazione per qualche istante e i militari lo hanno disarmato e arrestato. È accusato di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Si trova in carcere in attesa della convalida dell’arresto.