«Mio figlio vuole andare a morire»

Dall’analisi del cellulare del 23enne emergono la sua radicalizzazione e la contrarietà dei genitori

File audio con inni jhiadisti, messaggi che parrebbero arrivati direttamente dal fronte siriano, altri che galvanizzano e spingono al martirio. Tutto ciò emerge dalle analisi del cellulare di Mahmoud Jrad, il siriano di 23 anni fermato a Varese due settimane fa perché sarebbe stato pronto a partire per unirsi fino al martirio alle milizie di Al-Nusra, l’organizzazione terroristica affiliata ad Al Qaeda che in nome della jihad sta combattendo in Siria, assieme all’Isis, contro l’esercito di Assad.

Per contro, vi sarebbero le intercettazioni che vedono il padre del ragazzo infuriato e spaventato dall’estremismo di quel figlio «fannullone» che lo disonora in Italia e in Siria, tanto da volerlo «denunciare» o, peggio, «sgozzare». Una serie di comunicazioni radio che proverrebbero direttamente dal fronte di guerra ad Aleppo, con tanto di indicazioni operative per i mujaheddin, sono state trovate nello smartphone sequestrato a Jrad. «Combattenti restate coperti nella zona di Aleppo dell’est, i nemici stanno colpendo dall’est». Ancora: «Ci sono due elicotteri con mitragliatrice in arrivo nella zona di Aleppo … state in guardia». Questo il contenuto dei file audio che sarebbero stati inviati da Aleppo e rintracciati dagli investigatori della Digos nel telefono di Jrad. Intanto, ieri il presidente dell’ufficio gip di Milano Aurelio Barazzetta ha deciso che il giovane deve restare in carcere: è stata accolta l’istanza del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, capo del pool antiterrorismo milanese, ed è stata rinnovata la misura cautelare dopo la trasmissione degli atti per competenza territoriale da Genova al capoluogo lombardo. Jrad, detenuto nel carcere di Rossano (Cosenza), era stato fermato nell’ambito di un’indagine della Dda di Genova che coinvolge altre persone, tra cui il fratello del siriano, tre imam e due marocchini che frequentavano moschee salafite. Il gip genovese, però, ha disposto nei giorni scorsi l’invio degli atti a Milano, dove ora il siriano è indagato per arruolamento nell’organizzazione terroristica Jabhat Al-Nusrà. Stando all’inchiesta, Jrad, entrato clandestinamente in Siria nella scorsa estate, si era poi trasferito a Genova a settembre perché messo alla porta dai genitori, che vivono a Varese e non accettavano il suo percorso di radicalizzazione. «Ma quale futuro … questo sta andando a morire», diceva la madre in una delle tante intercettazioni agli atti , mentre il padre, irato per i suoi comportamenti, gli diceva: «Vai … vai a farti esplodere in aria».