«Nel Varesotto c’è ancora chi ha paura a dichiararsi gay»

Il Pride 2017 ha avuto il patrocinio anche di Villa Recalcati. E parte il tour nei principali comuni

Fervono i preparativi per il prossimo Varese Pride da parte dell’Arcigay, che ha incassato anche patrocinio della Provincia per la manifestazione arcobaleno che dovrebbe svolgersi in città il 17 giugno. «Ringraziamo il Presidente Gunnar Vincenzi e l’amministrazione che presiede per il sostegno morale alle cause della comunità LGBTI. Sostegno che non è mai mancato fin dall’anno scorso, quando la Provincia ha appoggiato anche altre nostre iniziative, a partire dal Varese Pride 2016, il primo della storia varesina, ma anche la giornata contro l’HIV (il 1° dicembre) e il Transgender Day of Remembrance (20 novembre), solo per ricordarne alcune. Non possiamo che essere felici di questo, che è a tutti gli effetti il segno di una vicinanza concreta dell’amministrazione provinciale» dichiara Giovanni Boschini, presidente provinciale di Arcigay Varese.

Il Pride 2017 ha incassato finora, oltre a quello della Provincia, il consenso del Comune di Varese, dell’ambasciata del Canada in Italia, del Consolato Americano e di quello dei Paesi Bassi. Tuttavia la strada è ancora lunga, perché mancano i fondi. Arcigay Varese ha così lanciato una campagna di crowdfunding per trovare le risorse economiche necessarie a garantire lo svolgimento della manifestazione e bissare il successo dello scorso anno. Per chiunque volesse contribuire, è possibile donare attraverso il sito www.varesepride.it/donazione/.

Ma Arcigay non è solo Pride. L’associazione monitora con attenzione la situazione della comunità LGBTI* in provincia, perché è un dato di fatto che «lo stigma sociale sia ancora altissimo, così come i pregiudizi. Molte persone, soprattutto se vivono nei piccoli comuni, sono terrorizzate all’idea di rivelare il proprio orientamento sessuale o identità di genere a scuola, al lavoro o in famiglia. Tuttavia – fanno sapere dalla sede arcobaleno – nel complesso, notiamo un discreto miglioramento: le segnalazioni di casi di omotransfobia e maltrattamenti in famiglia alla nostra associazione risultano infatti diminuite in questi mesi».

Una buona notizia, dunque, a cui si aggiunge il dato positivo derivante dall’approvazione della legge Cirinnà, che regola le unioni civili. Nel varesotto se ne sono già celebrate diverse, in un clima sereno e di festa. Così è successo a Varese, con cerimonie officiate dal sindaco, Davide Galimberti, e dal vicesindaco, Daniele Zanzi, ma anche in altri centri minori. E se il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, che era già balzato all’onore delle cronache proprio su questo tema, e il primo cittadino di Saronno, Alessandro Fagioli, entrambi Lega Nord, si sono rifiutati di officiare di persona, tuttavia entrambi hanno applicato correttamente la legge, delegando un funzionario di stato. Niente discriminazioni, dunque. Rimangono invece al momento bianchi i registri di Busto Arsizio, dove pure il sindaco di centrodestra Emanuele Antonelli si è dichiarato disponibile a celebrare le unioni civili.

Sembrerebbe essere quindi un successo l’integrazione della comunità LGBTI*, ma questi in realtà sono soltanto alcuni primi timidi traguardi. «Rimangono infatti ancora forti – scrive il presidente Giovanni Boschini – i pregiudizi nei confronti delle persone bisessuali, soprattutto se uomini, Trans e Intersex».

Anche per questo è importante continuare a informare su questi temi. Varese Pride sarà in tour per la provincia con il suo gazebo colorato, a partire da Busto Arsizio (il 4 marzo). Poi toccherà a Gallarate, Saronno e Luino. Infine l’appuntamento per tutti sarà a giugno a Varese, per festeggiare insieme il Pride 2017.