Non ha fatto pagare i pannolini ad un padre indigente. Assolto

Il cassiere di Varese “aiutò” una persona che si trovava in ristrettezze economiche. La scelta gli è costata il posto di lavoro

– Aiutava un padre indigente non facendogli pagare alcuni acquisti: assolto per tenuità del fatto il cassiere generoso di Varese. Il giudice Orazio Muscato ha assolto con la stessa motivazione anche il giovane padre che aveva usufruito di quegli “sconti” illegittimi: i due erano accusati di furto in concorso. La sentenza è stata pronunciata ieri mattina: «i fatti nel merito erano incontestabili. L’assoluzione, tuttavia, credo tenga conto anche della buona fede del mio assistito – commenta Andrea Fontana,

difensore del cassiere dal cuore d’oro – il suo agire non era spinto da spirito di lucro o indebito guadagno, piegando un termine giuridico alla situazione si è trattato di animus donandi». Fontana aggiunge: «il mio assistito del resto ha già pagato con la perdita del lavoro. E a tutt’oggi non è ancora riuscito a trovare un impiego fisso». La catena di supermercati dove il giovane cassiere, varesino di 22 anni, lavorava lo ha infatti licenziato in tronco. “Senza alcuna possibilità di ricorso”, precisa il difensore. La posizione della società è legittima e si può così riassumere: la carità falla con i tuoi soldi, non con la mia merce. “La stessa società – precisa Fontana – non si è costituita in giudizio visti i fatti e soprattutto visto la cifra irrisoria delle merce per così dire donata”. I fatti risalgono al 2015. Il giovane cassiere all’epoca lavorava in uno dei punti vendita varesini di una catena di grande distribuzione. Dalla sua postazione aveva notato quel ragazzo di origine marocchina di un paio d’anni più vecchio di lui. Un padre indigente che da qualche mese aveva perso il lavoro e doveva badare a un figlio appena nato. I due si conoscevano di vista ma non si sono mai frequentati al di fuori delle corsie del supermercato. Il ventiduenne, vedendo quel giovane uomo in difficoltà, depositare il minimo indispensabile sul nastro della cassa per limitare le spese si è messo una mano sul cuore. E non ha battuto tutti gli articoli destinati alla sussistenza del neonato ovvero pannolini e latte in polvere. Con un’abile gioco di mano il cassiere era riuscito a passare al lettore scanner pane e pasta, facendo scattare il classico bip, e contemporaneamente a mettere nella busta della spesa del padre indigente quei prodotti per la primissima infanzia senza conteggiarli. In tutto merce per un valore di 30 euro. L’ammanco era però stato notato al momento della chiusura dei conti e il ventiduenne era stato denunciato e con lui il “complice” che si era poi ripresentato alla cassa sperando in un nuovo aiuto. Quelle minuscole cifre mancanti che complessivamente arrivavano alla cifra di 30 euro erano presenti sempre e soltanto quando alla cassa c’era il giovane dal cuore d’oro. Ieri la sentenza: entrambi assolti per tenuità del fatto.