Nonni e giovani insieme ai tavoli per scoprire le nuove tecnologie

L’iniziativa, del bar la Cupola di piazza Giovanni XXIII, è partita settimana scorsa e verrà riproposta ogni mercoledì

– Giovani e anziani intorno ad un caffè per chiacchierare di tecnologia come vecchi amici? Un progetto che nasce alla Cupola di piazza Giovanni XXIII, davanti alla chiesa della Brunella, e che già dal primo appuntamento ha riscosso grande successo. A partire dal 15 febbraio, infatti, e per tanti mercoledì di seguito, dalle ore 15:00 alle 16:00 circa un trio di universitari – Peppo, Giovanni e Ilaria – si stanno mettendo a disposizione, portatile, tablet e smartphone alla mano, per fornire pillole di saggezza sui nuovi media che per i nativi digitali sono il pane quotidiano, ma che per chi ha qualche decennio in più possono essere un vero salto nel vuoto.

«Se per i nostri ragazzi è assolutamente naturale accendere un telefonino, mandare un whatsapp, spedire una email, lo stesso può essere motivo di angoscia per una persona con i capelli bianchi» spiega Ale Campi, gestore del locale.

«L’idea è nata osservando un gruppo di giovani che frequentano abitualmente la Cupola e nello stesso tempo, le persone un poco più agée che si siedono nei tavoli accanto, magari a sorseggiare un tè e a leggere il giornale.

Capita spesso di intercettare qualche nonno che dice: “Ma com’è questa storia del wifi?, mi capissi no” oppure qualcun altro che ti chiede sottovoce “Ma sa fa a pizzà, a smurzà il computer?”. Di fronte a questa difficoltà evidente di una generazione che non ha la minima idea di come si faccia ad accendere un portatile e lo avverte come un peso, ho pensato: perché non far dialogare queste due realtà ai nostri tavoli?»

Nestore Crespi, un passato come general manager del basket di serie A, oggi volontario all’Handicap Sport Varese, la formazione di basket in carrozzina, è uno dei tre “senior” che mercoledì si sono presentati al primo incontro con Giovanni e Peppo Imperatore, due cugini ventenni studenti in Economia all’Insubria e alla Liuc.

«Ho ottantadue anni, abito alla Brunella e la Cupola è un po’ il mio ufficio. È un luogo ospitale dove è obbligatorio essere amici: io per primo sono amico di Alessandro, il contitolare. Così, dopo aver visto l’iniziativa mi sono lanciato nell’impresa.

Invece di due professori mi sono trovato due giovani che prendevano il caffè: abbiamo cominciato a parlare e a scovare le difficoltà. Possedevo già i rudimenti, ma avevo necessità di andare oltre, per capire il mondo in cui viviamo. Una considerazione partita sentendo parlare i miei sei nipoti: andando avanti ad ignorare le nuove tecnologie, nel giro di due anni sarei stato pari ad un analfabeta del ‘700. Così sono arrivato da questi baldi giovani e ne esco con tante nuove competenze: quest’iniziativa merita di essere conosciuta e diffusa».

Un ciclo di incontri gratuiti e senza la pretesa di essere vere lezioni di tecnologia ma semplicemente momenti di ascolto e di chiacchiera.

D’altra parte la fama del locale si misura nelle innumerevoli storie, relazioni, colloqui nati e vissuti a partire da quei tavoli di legno allestiti con cura un po’ retrò, dove, senza una connotazione né di censo, né di provenienza, né tantomeno di anagrafe si materializzano incontri e persino romanzi.

«Il concetto è la condivisione» conclude Ale. «Io so usare il telefonino, tu no: magari insieme, facendo due chiacchiere, impariamo. Magari, mentre ti spiego, tu mi racconti di tuo nipote, magari sei pure il nonno di uno che era in classe con me. Magari mi racconti la storia del tuo quartiere.

L’importante è che sia chiaro a tutti che non si tratta di un corso: è, piuttosto, un modo particolare per fare incontrare generazioni con linguaggi, codici, conoscenze completamente diversi con lo scopo di trovare un terreno di intesa comune».