Odissea in stazione: «Io, una disabile vivo tra le barriere»

Lucia ha un’emiparesi laterale e si sposta in treno: «Binario off limits, scalini e ascensori bloccati». L’appello: «Aiutatemi». E le Ferrovie si mobilitano

– Spostarsi tra Varese e Milano in treno, a causa delle barriere architettoniche, può diventare una vera impresa per una persona anche solo lievemente disabile. Abbiamo accompagnato Lucia (il nome è di fantasia), nata con una emiparesi laterale, nei suoi spostamenti quotidiani, che le richiedono di fermarsi in più città della provincia, scendendo più volte dal treno. «Premetto che sono disabile al 69 per cento e che, nonostante qualche difficoltà nel camminare, svolgo una vita del tutto normale» dice Lucia.

«Parlo quattro lingue e il lavoro mi porta spesso a visitare altre città: per esempio, settimana scorsa ero a Bolzano, lì è un altro pianeta per chi è disabile perché le stazioni sono completamente accessibili. Esiste anche un sistema sonoro che indica ai non vedenti il punto esatto in cui si aprono le porte. Qui, invece, anche le cose più semplici, come convalidare un biglietto, diventano delle vere e proprie odissee per via delle barriere architettoniche,

che sono praticamente ovunque». Partiamo dalla stazione Fs di Varese: il binario uno è off limits perché il dislivello tra il treno e la banchina è tale che neppure una pedana per i disabili riesce a coprirlo. «Io sono già caduta una volta a Milano in metropolitana e sono terrorizzata di inciampare nuovamente, tanto è vero che mi informo sempre sul binario in cui arriva il treno – spiega Lucia – Se la destinazione è il primo binario aspetto un altro treno, anche a costo di arrivare più tardi». A Gazzada Schianno la stazione è stata recentemente rimodernata. Un tempo per passare dal primo e al secondo binario si attraversavano i binari. Adesso invece, per garantire maggiore sicurezza ai passeggeri, è stato costruito un sottopasso. Peccato che vi si accede con una scalinata ripida: 45 gradini per scendere e 45 per risalire.

Per chi non può sostenere quella fatica ci sono due ascensori, ma che non funzionano. «Quegli impianti sono stati costruiti due anni fa, ma non hanno mai funzionato – dice Lucia – La situazione è assurda, una vera e propria beffa. Non sono solo io ad aver problemi ad affrontare quella rampa, ma anche gli anziani». Come se non bastasse, l’obliteratrice è presente solo al binario uno. Chi raggiunge la stazione dall’ingresso sul secondo binario è costretto ad affrontare le rampe per timbrare il biglietto. Nelle altre stazioni della provincia le cose vanno un po’ meglio: «A Gallarate, per esempio, le ascensori non sono sempre funzionanti. Ma chi ne ha bisogno può premere un pulsante di chiamata e l’impianto viene attivato» continua la nostra pendolare. Lucia ha segnalato questi problemi al Comitato Pendolari di Gallarate-Milano, di cui è referente .

Noi abbiamo portato tutte queste segnalazioni a Ferrovie dello Stato, ottenendo risposte confortanti. Per quanto riguarda Gazzada Schianno: «È vero, gli ascensori sono pronti da due anni, ma in questo tempo sono sorte delle criticità relative all’innalzamento della falda acquifera. Adesso abbiamo risolto questi problemi e possiamo assicurare che gli ascensori saranno attivati per la metà di aprile». E per quanto riguarda il binario uno della stazione Fs di Varese? «Rete ferrovia italiana sta provvedendo all’innalzamento dei marciapiedi in modo che i passeggeri possano salire e scendere in modo più confortevole e veloce – risponde Fs – L’obiettivo è portarli tutti all’altezza di 55 centimetri, che è lo standard del servizio ferroviario metropolitano. Varese è tra le priorità di Fs. La coperta è corta, ma la stazione di Varese sarà a posto entro il 2017».