Oggi Varese intitola una via a monsignor Pasquale Macchi

L’ultimo tratto di via del Ceppo prenderà il nome del vescovo varesino molto legato alla città e al Sacro Monte

– Una via per
, esempio di coraggio e lungimiranza. All’intitolazione ufficiale di oggi parteciperanno autorità civili e religiose, i parenti e molte delle persone che hanno conosciuto il vescovo varesino e il suo operato.

«Finalmente sarà possibile intitolargli l’ultimo tratto dell’attuale via del Ceppo, dal termine del piazzale Pogliaghi fino all’intersezione con il viale del Rosario – ha annunciato Arciprete del Sacro Monte – nella strada liberata dal cantiere che ha messo in sicurezza la montagna interverrà , vicario episcopale della zona di Varese, per l’inaugurazione e la “benedizione” della nuova via».

«Mi sembra un gesto doveroso per quanto è stato e per quanto ha fatto per questa città e per il Sacro Monte» spiega monsignor Agnesi, presidente della Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese, creata da Macchi. «Come sacerdote, animatore culturale del Sacro Monte e poi come prete nel suo servizio alla Chiesa ambrosiana, in particolare all’ poi , diede un contributo non solo organizzativo, ma di grande valore sacerdotale, un servizio nascosto a volte, ma per questo spesso indispensabile».

Il vescovo Agnesi, poi, ricorda come l’eredità che ha lasciato Macchi a Varese è un esempio di «coraggio e lungimiranza di cui abbiamo ancora tutti bisogno».

All’inaugurazione prenderà parte anche , vicario episcopale per il laicato e la cultura della diocesi di Trieste, ma originario di Bregazzana e amico di Macchi. «Meglio tardi che mai – ha detto Malnati. Monsignor Macchi per Varese ha sempre dimostrato molta attenzione in campo culturale e spirituale. Fece poi conoscere a Montini la devozione per il Sacro Monte e la bellezza della Via Sacra con la raffigurazione artistica delle cappelle del Rosario. Va anche ringraziato «per aver portato a Varese».

Al fianco di “don Pasquale” per trent’anni, Malnati ne ricorda: «l’attenzione educativa. Alla domenica, quando era in città, era fondamentale la tappa all’oratorio di San Vittore, dove incontrava i vecchi oratoriani per conoscere i percorsi educativi delle famiglie, i problemi del mondo del lavoro. Era un uomo al di sopra delle norma, senza ostentazione, con l’umiltà e la schiettezza tipica dei varesini».

L’intitolazione avverrà alle ore 11.