Ore 11.15: un tuono. Il temporale di neve è l’ultima di stagione

Lampi nel bel mezzo di una nevicata? «Capita». Il meteorologo: «Fatto raro, colpa delle correnti. Previsioni errate? Le temperature sono scese»

– Nevica, e intanto il cielo viene squarciato da lampi e tuoni. Tranquilli, non è l’apocalisse, ma un “temporale di neve”.
«Si tratta di un fenomeno infrequente, ma non particolarmente raro, che non può essere definito propriamente “temporale”, e che in questo caso può essere ricondotto alla perturbazione attiva a fronte freddo che ci ha attraversato – precisa, del Centro Geofisico Prealpino – Tuoni e lampi si originano dal contrasto di correnti ascendenti con i diversi strati dell’atmosfera. Nel nostro caso, le correnti ascendenti si sono scontrate con il punto centrale della circolazione depressionaria, cosa che ha portato alla separazione delle cariche».

«Già mercoledì scorso, in serata, si era verificato un fenomeno simile: pioggia forte con tuoni, una rarità per il mese di marzo. È lo spostamento delle masse d’aria che fa sì che tuoni e lampi si verifichino anche in inverno, anche se non frequentemente come d’estate, quando i movimenti verticali sono accentuati dal sole e dal caldo».
Al di là dei tuoni (che hanno rimbombato dopo le 11.15), l’intera nevicata di ieri è

stata una sorpresa per la città di Varese. Le previsioni davano sì neve, ma in montagna: «Si è sbagliato molto è il limite della neve – ammette Valisa – Questo perché i modelli fino a ieri davano 4 gradi in città e avevano posto il limite (ovvero il punto in cui la pioggia diventa neve) intorno ai 600 metri. Invece il limite è stato intorno ai 250 metri, tanto che anche sul lago di Varese, che si trova a 230 metri, è caduta la neve».
I modelli hanno sbagliato perché «non si aspettavano l’ingresso di una perturbazione così fredda. Sono sufficienti due gradi in meno del previsto per spostare la neve da quote collinari alla pianura». Se si verificano queste imprecisioni è perché il quadro meteorologico è in costante evoluzione. «Nel fine settimana scorso è successo il contrario: aspettavamo la neve in Valganna, e invece si è fermata al Campo dei Fiori – spiega Valisa – Questo perché, nell’atmosfera, è entrata aria più calda del previsto per via della bassa pressione mediterranea. In pratica, lo scorso fine settimana abbiamo commesso lo stesso errore di questo, anche se “ribaltato”, perché il limite della neve è stato più alto di quanto ci si sarebbe aspettati».

Una curiosità riguarda gli alberi: come mai si sono piegati anche sotto pochi centimetri di neve, in qualche caso spezzandone i rami? Il fenomeno può essere dovuto allo stato vegetativo avanzato in cui si trovano le piante in primavera, processo accelerato dal clima mite che abbiamo avuto nelle ultime settimane. Un esempio? A Casciago le mimose sono fiorite già qualche settimana fa, mentre negli scorsi anni non erano in fiore neppure per l’8 marzo.
Ad aggravare il tutto ci si è messa la «neve pesante», ovvero la neve intrisa di acqua, caratteristica che si verifica quando nevica con una temperatura superiore allo zero. La neve impregnata di acqua ha un peso specifico maggiore di quella secca e contribuisce a fare danni.