Otto anni di carcere al patrigno orco

Ha abusato della figliastra per anni, portandola anche a pensare al suicidio. Maltrattamenti pure al fratellino

Ha abusato della figliastra per anni: condannato a otto anni di carcere. I giudici del tribunale di Varese hanno accolto in toto le richieste dell’accusa pronunciando una sentenza pesante nei confronti di quel patrigno «che ha causato danni inimmaginabili a una bambina che avrebbe invece dovuto proteggere». La ragazzina era arrivata a meditare il suicidio quando aveva creduto di poter essere rimasta incinta del patrigno.

L’indagine ha tra l’altro messo in luce che la vittima aveva cercato di confessare alla madre cosa stesse cadendo, ma la donna non le aveva creduto. Il giudizio di primo grado è arrivato in tempi rapidi: il pedofilo era stato arrestato nell’aprile 2016 dopo un’indagine veloce e efficace.

La ragazzina si era confidata con le amichette e aveva poi raccontato tutto in un tema. Erano racconti agghiaccianti di abusi e violenze quelli che la ragazzina, all’epoca quattordicenne, aveva descritto tra i banchi di scuola alle amiche, confidando di essere anche pronta a suicidarsi. In manette c’era finito il compagno della madre, un cinquantenne residente nell’alto varesotto.

Sono state le amiche della vittima a lanciare l’allarme, raccontando tutto alle maestre. Le insegnati a loro volta hanno chiesto alla giovane di comporre un tema, per cercare di portare alla luce la vicenda. È stata così lei stessa a mettere nero su bianco gli abusi nei suoi confronti, descrivendo un quadro così allarmante da spingere le docenti a chiamare la polizia.

Un tema nel quale si chiedeva alla ragazza di descrivere il momento più buio della propria esistenza. E lei lo aveva fatto: il buio la avvolgeva da quando quell’uomo era entrato nella sua vita. Durante le indagini coordinate dalla procura di Varese, sono state così raccolte le dichiarazioni della minore, la cui gravità ha reso necessario un suo immediato allontanamento sia dal patrigno che dalla madre, la quale non aveva creduto ai racconti della figlia, supportando invece il compagno.

Nel corso della fase investigativa gli inquirenti hanno anche appreso che la vittima, poco tempo prima, si era addirittura rivolta ad una farmacista per un test di gravidanza, intimorita di poter essere rimasta incinta. L’uomo la costringeva a rapporti sessuali completi più volte a settimana: le aggressioni avvenivano a casa della vittima, quando la madre gliela affidava per andare a lavorare.

La giovane sta affrontando un lungo e difficile cammino di ripresa: quell’uomo l’ha devastata ma non è riuscito ad ucciderla dentro. La terapia sarà lunga ma la ragazzina sta piano piano tornando alla vita. Per l’orco è arrivata invece la condanna in primo grado. L’uomo presenterà appello. Ma i suoi problemi con la giustizia non si limitano solo a questo.

Anche il fratellino più piccolo della vittima è stato allontanato dalla casa materna perchè maltrattato (non per abusi di natura sessuale) sempre dal cinquantenne. L’uomo dovrà affrontare anche questa accusa.