«Paolo, il tuo ricordo camminerà sempre al nostro fianco»

Gli amici increduli per la morte del diciannovenne. Il carattere sognatore, l’animo solidale e la tenacia. Zecchini: «Ti dedicherò la D, anche se non tifavi»

– «Paolino, non basterebbero 100 pagine per raccontare quello che mi hai trasmesso. Io ti ammiravo e per sempre ti ammirerò. Ho sempre un po’ invidiato quel tuo bellissimo modo di vedere il mondo: un po’ da poeta, un po’ da filosofo, un po’ da sognatore. Avrei voluto imparare di più, ma anche solamente il tuo ricordo mi spronerà a migliorarmi. Eri una persona rara, con dei bei principi e per questo preziosa». Sono le parole che rivolge all’amico

, il giovane deceduto in Val Grande. I due si conoscevano fin dalle scuole medie. «Condividevamo una passione: quella per il cammino e per la natura, e in questo ti vedevo un po’ come il mio mentore – continua Santini – L’ultima volta che ci siamo visti, il 23 gennaio, siamo andati a camminare e come al solito mi hai parlato della Val Grande, luogo per il quale coltivavi un amore profondo. Mi dissi che ci saresti tornato a breve. Da come me ne parlavi doveva essere un luogo magico, tanto che promisi di portarmici. “Ti porto sulla vetta” mi dicevi».

«Quando siamo tornati a casa ci erano avanzate delle barrette, ti dissi di tenerle, che non mi interessavano. E tu mi hai risposto con una frase molto bella: “Facciamo metà per uno, ormai siamo compagni di viaggio, dobbiamo iniziare a condividere”. Ti voglio ricordare così – conclude il ragazzo – Come un mentore, un compagno di avventure, ma soprattutto, un amico. Chissà se, come dicono i Modena City Ramblers, ci rincontreremo un giorno, lungo la strada. Non addio, ma arrivederci. Ti voglio bene». Un altro ricordo commosso arriva da , compagno di atletica nel campo di Arcisate e blogger di “Eccellenza Biancorossa”: «L’ultima volta che ho visto Paolo era per andare a correre insieme. Ci eravamo conosciuti sul campo di atletica; Paolo faceva le “ripetute”, ma senza convinzione, tanto è vero che su tre allenamenti ne saltava due. Ma lui era sempre tra i più allenati, perché era il tipo che preferiva prendere una borraccia, uno zainetto con due o tre merendine e farsi da Cuasso al Monte (dove Paolo viveva fino a due anni fa) a Ispra di corsa, 40 chilometri tutti di fila». Zecchini ricorda anche i discorsi fatti insieme, tutti legati all’ambito sportivo: «Ci incontravano per correre in montagna, trascorrevamo una o due ore nei boschi. Lui mi parlava dei suoi progetti, della voglia di fare il cammino di Santiago e altre esperienze a contatto con la natura. Dal suo trasferimento a Varese non ci siamo più visti, ma eravamo molto amici e ricordo bene la sua personalità e non penso che ultimamente sia cambiato. Nel mio sito, domenica prossima, ho intenzione di dedicargli la promozione in serie D del Varese. Lui non era un tifoso, ma il suo spirito sportivo mi spinge a dedicare a lui questa vittoria».

Una dedica commossa arriva anche dalla professoressa di filosofia del liceo Manzoni, : «Da quando sei sparito, non ho fatto altro che pensarti, mio tenero e forte Paolo e pensare anche alla tua mamma e ai tuoi familiari. Cerco un senso, un significato, in quella attitudine che mi è propria e che, con tanto orgoglio per me, era diventata anche la tua». «Da quando ho avuto la conferma che non ci sei più, la tristezza densa e pesante mi ha pervaso e continuo a pensare alla tua faccia seria, pensosa e al tuo sguardo profondo, quando eri seduto lì davanti a me ad ascoltare i grandi pensieri sulla vita, sull’amore e sulla morte – conclude la prof – Sei caro agli dei mio giovane e amato Paolo».