Piano sosta a Varese: perché fare sparire così i posti bianchi?

Nelle aree più esterne si sarebbe dovuto mantenere l’utilizzo del sistema a disco orario

– Il Piano della Sosta è sicuramente un progetto “impopolare”. Che andava fatto subito, nella logica di chi amministra, proprio per avere il tempo di eventuali correttivi da applicare nei mesi a venire.

Si tratta di un piano che ha l’ambizione di trasformare Varese in una città “europea”, dove la mobilità è più razionale e organizzata. E dove, di fatto, l’uso del mezzo privato viene disincentivato. Perché se dietro l’aumento di strisce blu può certamente esserci l’intento di aumentare gli introiti della società partecipata dal Comune Avt, è anche vero che il rialzo delle tariffe in centro va nella direzione di spingere i cittadini a muoversi di più con i mezzi pubblici. Oppure a lasciare l’auto nelle aree dove la tariffazione è più bassa.

E qui il piano “Varese si muove”, come è stato chiamato dalla giunta, si ricollega anche alla sperimentazione estiva della pedonalizzazione di via Sacco e di altre zone del centro storico. I tentativi della giunta Galimberti sono abbastanza chiari e vanno nella direzione di una futura pedonalizzazione del centro. Almeno questo sembra essere l’obiettivo. In caso contrario, resterebbe effettivamente solo l’idea di fare cassa. E chi attacca su questo punto avrebbe ragione. Solo il tempo ci dirà quale sarà effettivamente la direzione verso cui l’amministrazione comunale voglia puntare.

Rimane altrettanto certo che il modo e i tempi nei quali il piano della sosta è stato applicato ha causato fortissimi disagi ai cittadini.

La comunicazione, che pure c’è stata, poteva essere migliore. Gli amministratori avrebbero dovuto andare quartiere per quartiere, come in campagna elettorale. Certo, sarebbe stato difficile da fare. Ma andava fatto. E, di conseguenza, si sarebbero resi conto da subito della necessità di alcune modifiche.

Ad esempio, molte zone esterne al centro, da Casbeno a Giubiano, avrebbero bisogno di una serie di stalli a disco orario, piuttosto che a pagamento. Garantire la rotazione delle auto, senza però far pagare. La sosta breve è giusto farla pagare in pieno centro, non fuori. Nei rioni ai margini del centro, al massimo, può convenire in alcune aree istituire una tariffa forfettaria per la sosta prolungata (stile piazzale Kennedy), accanto a stalli bianchi a disco orario per il ricambio.

Queste sono le istanze che, genericamente e sintetizzate, si possono raccogliere ascoltando i cittadini.

Il piano della giunta non è nemmeno il primo tentativo di rivoluzionare Varese. Il progetto del Trambus della giunta Fassa andava decisamente in questa direzione. Tuttavia venne accantonato. E come progetto partiva dal potenziamento del trasporto pubblico.

Se ai tempi fosse andato fino in fondo, forse, oggi avremmo una mobilità più efficiente. In molti lo denigrarono. In realtà, nessuno può dire veramente come sarebbe cambiato il volto di Varese.