Piccoli inventori “futuristi”progettano la casa che verrà

Protagonisti trentasei alunni tra i 9 e gli 11 anni della scuola elementare Ugo Foscolo di Bosto

I bambini delle elementari sono in grado di costruire e programmare un modello funzionante di casa domotizzata? Quelli della Foscolo sì.
Trentasei alunni della scuola elementare Ugo Foscolo di Bosto, di età compresa tra i 9 e gli 11 anni, sono stati protagonisti di un’iniziativa futurista: ovvero hanno “inventato” la casa del futuro. Una casa che è un po’ una navicella spaziale, con una cameretta che ti saluta quando entri dalla porta, con le luci “telecomandate”. Una casa che, volendo sintetizzare, è progettata per essere un’amica prima che una protezione.

Per certi versi si tratta di un lavoro unico nel suo genere. Per lungo tempo, infatti, l’informatica e la programmazione dei computer è stata ritenuta un’attività non creativa, non artistica, distante dagli interessi dei più giovani. L’associazione Amici e simpatizzanti della scuola primaria Ugo Foscolo Onlus, con il sostegno della Fondazione Comunitaria del Varesotto, con il Creative Computing, hanno voluto abbattere questo stereotipo, stimolando lo sviluppo della creatività proprio attraverso la programmazione dei computer, procurando le basi di progettazione software tramite l’utilizzo di Scratch. L’obiettivo? Far diventare i ragazzi dei “creatori digitali” fornendogli la possibilità di sviluppare concetti, pratiche e prospettive per diventare “consapevoli” delle tecnologie e capaci di utilizzarle per “creare”.

L’esperienza ha avuto molto successo. I bambini, collaborando in gruppi di lavoro, hanno imparato a pensare in modo creativo e a ragionare in maniera “sistemica” (computational thinking) apprendendo come progettare autonomamente applicazioni interattive e come controllare gli oggetti fisici con luci, suoni e movimenti applicati alla domotica e alla robotica elementare, realizzando prototipi funzionanti.
L’esperienza è durata tre mesi e ha coinvolto i ragazzi di quarta e di quinta elementare che hanno seguito un corso di “Creative Computing” proposto e curato gratuitamente dall’associazione. Un progetto decisamente più tecnologico di quelli realizzati nel passato, quando l’associazione si era comunque già fatta onore, per esempio dotando la scuola di lavagne interattive multimediali (LIM), computer, stampanti, materiale di supporto didattico e ausili per progetti scolastici, per un totale di 150 sussidi.

Inoltre, grazie ai soci volontari, negli anni scorsi, nella scuola sono state ritinteggiate tutte le classi in uso, l’aula multimediale, l’aula lettura, l’atrio d’ingresso e del piano superiore. Senza contare che, all’interno del piano dell’offerta formativa, in sinergia con la scuola, l’associazione ha partecipato a diversi progetti, talora cofinanziandoli.
Questa volta c’è stato un vero salto di qualità. Due papà si sono trasformati in docenti e hanno trasformato i piccoli, già nativi digitali, in progettisti utilizzando lo Scratch, software dedicato ai giovanissimi fornito nientedimeno che dal Mit di Boston per programmare una scheda elettronica di nome Arduino.

Prima di partire per le vacanze, i ragazzi hanno presentato ai genitori i plastici costruiti in classe: case del futuro che sfruttano sensori di luce e di prossimità per aprire e chiudere le finestre e spegnere o accendere le luci in maniera automatizzata. Tutto funzionante e progettato da loro, interfaccia grafica compresa.
In alcuni dei modelli realizzati, le case domotiche sono state dotate di comandi registrati con le voci dei bambini per augurare il “buongiorno” o dare il “benvenuto” agli ospiti. Che soddisfazione, e che stupore!