Guerra dei drink? Tra Galpa e Apollo 11 liberi di scegliere

Respinto il ricorso di Pirola dal Tribunale di Milano: l’attività posta in essere dal locale in via Del Cairo è concorrenziale e lecita

Bere un Galpa e bere un Apollo non è la stessa cosa.
Quindi il Galpa, aperitivo alcolico che prende il nome dall’omonimo locale, non fa concorrenza illecita all’Apollo 11 venduto da Pirola. Il responso arriva dal giudice di Milano che ha ritenuto che l’attività posta in essere dal bar Galpa sia concorrenziale e lecita e ha respinto il ricorso di Pirola.
Il problema si è posto perché il bar Galpa, a partire dal mese di aprile,

ha preso il posto del bar Cuba. Ovvero dello storico locale di via Del Cairo che vendeva calici di Apollo proprio come Pirola, locale che si trova a qualche metro di distanza, vicino al Piantone di via Veratti. Il bar Galpa ha da subito proposto l’aperitivo Galpa. Drink che viene prodotto in più colori, ma anche in rosa ed è rosa anche l’Apollo 11. Basta un colore similare per fare concorrenza sleale? No, secondo il giudice: i colori, essendo di numero limitato, non possono essere prerogativa di un unico prodotto. Detto in altre parole, il colore di per sé non è tutelabile; può diventare identificativo di un prodotto solo se unito a segni visivi particolari. Del resto sono molti i cocktail rosa. Uno è il Bellini, che però non è ritenuto fare concorrenza sleale né all’Apollo 11, né tanto meno al Galpa.
Secondo il giudice è normale che un locale offra un cocktail ai propri clienti e che lo battezzi con lo stesso nome del locale, aggiungendovi «pink» se è rosa, e che lo imbottigli, senza che questo leda la concorrenza di nessuno, tanto più che il Galpa è offerto anche in altre colorazioni.
Inoltre, in un passaggio, il giudice afferma che il bar Galpa è subentrato al bar Cuba. Locale che per 40 anni ha somministrato il cocktail rosa con la tolleranza di Pirola, pubblico esercizio che non avrebbe mai lamentato e contestato alcunché. Perché, dunque, adesso si presenta il problema?
Di fatto, il ricorso di Pirola riguardava l’imbottigliamento del cocktail Galpa. Pirola, infatti, essendo stato il primo che ha pensato di vendere l’Apollo 11 in bottiglia, si è appellato all’articolo 2598 del codice civile, chiedendo al giudice di proibire la vendita del Galpa Pink e il sequestro del prodotto. Ma, per le motivazioni già espresse, il provvedimento è stato respinto.
Oggi possiamo dire che si sia chiuso il “primo round” tra i due locali. Il tribunale di Milano si è espresso su chi ha vinto la querelle legale, ma entrambi i pubblici esercizi si sono visti riconoscere l’unicità dei propri drink. Ora Pirola potrebbe reclamare e ricorrere secondo il diritto. Che lo faccia o meno, saranno i varesini, nelle notti di movida, a scegliere il cocktail migliore.