Porte aperte alla Madonna di Fatima

I residenti, da oltre un mese, stanno ospitando a turno il simulacro della Vergine. Tutto tramite passaparola

«Cari parrocchiani, dalla domenica 8 ottobre è nostra intenzione che la statua della Madonna di Fatima possa arrivare nelle vostre case, pellegrina nel nome di Gesù».

Inizia così la bella lettera che , vicario parrocchiale e prete residente al Lazzaretto ha indirizzato ai belfortesi che da oltre un mese stanno ospitando, famiglia per famiglia, il candido simulacro della Vergine giunto a luglio da un lungo viaggio, ma non per rimanere chiuso negli uffici parrocchiali: «Dopo l’annuncio dell’Angelo, Maria si è messa in cammino – spiega don Marco – e non è rimasta ferma a casa sua. La sua intenzione, ritengo, ancora oggi è arrivare da tutti, entrare nelle case di tutti, in particolare da quelli che non vanno mai da Lei, annunciare il Vangelo anche a loro. Siamo chiamati noi cari parrocchiani, noi per primi, ad essere i promotori di questa bella iniziativa».

Ed è così che, dal giorno della sua festa, la Madonna del Rosario (veneratissima al Lazzaretto per via dei miracoli che si tramandano nella memoria) ha mandato di casa in casa la sua “vice” designata per le processioni solenni: già sei famiglie l’hanno ospitata per un momento di preghiera collettiva, che raduna parenti, amici, vicini di casa per recitare il santo Rosario, in base allo spazio realmente disponibile; e settimana prossima se ne sono prenotate altre due.

La Madonna rimane nelle case fino a che un’altra famiglia non la richiede: don Marco lo ricorda a Messa nel momento degli avvisi, ma si lavora soprattutto di passaparola capillare, e in questo modo l’iniziativa, diffusasi tra le persone, sta riscuotendo successo.

«Abbiamo bisogno di aiuto per il trasporto della statua – spiega il sacerdote – e anche di animatori nella preghiera: siamo partiti dalle case in cui c’era una persona ammalata o inferma ma nostra intenzione è arrivare a tutti i parrocchiani che ce la richiederanno». Il progetto della Madonna Itinerante nasce in risposta ad un grave fatto occorso a maggio: proprio nel giorno di Santa Rita, la santa dei casi impossibili, la statua storica della Madonnina del Lazzaretto, quella che per tutto il periodo mariano diventava il simbolo stesso di Belforte e che sfilava dai primi del Novecento per le vie del quartiere in processione, era stata ferocemente vandalizzata, al punto che – fatta esaminare da un restauratore – non si era ritenuto a malincuore di doverla riparare.

Pur condannando il gesto, ma senza perdersi d’animo Don Marco Usuelli si impose di portarne a casa una nuova da un pellegrinaggio a Fatima, dove si era recato poco dopo i vandalismi con il parroco don Casale e alcuni parrocchiani. «Da un fatto negativo abbiamo tratto la forza di replicare portando la luce dove ce n’era bisogno» conclude con un sorriso don Usuelli. Così, adesso, quella Vergine domestica che ancora affiora nei dipinti delle antiche corti come la Cascina Giunta, o dall’ingresso di Palazzo Biumi, nell’atto sempre di proteggere il suo Bambino, sta tornando fra la sua gente, aspettando forse un nuovo pittore che la immortali nel suo pellegrinaggio.