«Precursore». L’omaggio a Ermanno Montoli

Il pronto soccorso di Varese adesso porta il nome del suo amato e indimenticato fondatore. Tanti i colleghi e i pazienti raccoltisi nell’occasione all’ospedale di Circolo: «La città ricorda i suoi figli migliori»

Il pronto soccorso di Varese porta il nome del suo “papà”. Da ieri il punto di primo intervento dell’ospedale di Circolo è dedicato al dottor , storico e stimato primario.

Amici, parenti, colleghi e autorità: in tanti hanno voluto assistere all’omaggio per il medico scomparso lo scorso maggio a 87 anni.

«Montoli è rimasto nel cuore dei varesini – ha detto il direttore generale dell’Asst Sette Laghi, – Uno dei quei medici che lasciano il segno. Ha interpretato il proprio ruolo come medico che non solo si prende carico della persona, ma che se ne prende cura, anticipando di 40 anni quel che stiamo facendo a livello regionale. Un precursore che ha cambiato la modalità di accesso all’ospedale: ebbe il merito di realizzare il primo moderno servizio di pronto soccorso e accettazione e di creare una rivoluzione nella gestione delle urgenze». Montoli trascorse nel reparto buona parte della sua vita professionale contribuendo a renderlo un’eccellenza.

Ermanno Montoli

Ermanno Montoli

(Foto by archivio)

Dalla metà degli anni ’60 il pronto soccorso è infatti molto cambiato, «come è cambiata la medicina. Ogni 5 anni, assistiamo a grandi mutamenti che implicano anche modifiche organizzative, maggiori specializzazioni, nuovi iter. Il lavoro fatto in questi due anni ha portato notevoli miglioramenti nell’accesso alla struttura. Non siamo ancora alla perfezione, ma andrà fatto un percorso sulla gestione dei pazienti e sui loro accessi. Rispetto alla nuova funzione che avremo spero di poter usare degli strumenti per incrementare questa nuova modalità».

Bravi, nella giornata che ha coinciso col passaggio di consegne dall’ormai ex direttore, Francesco Perlasca, al neo direttore del Ps, Saverio Chiaravalle, e di fronte a Carlo Montoli, in rappresentanza del padre, ha aggiunto: «Non c’è futuro senza passato e presente. Siamo di fronte a tre generazioni che rappresentano la continuità nella discontinuità della medicina che cambia e progredisce».

«Ancora oggi i pazienti mi parlano di lui» ha raccontato , medico a capo dell’ortopedia di Luino e Cittiglio. Il meglio di ciò che era il padre, emerge dalla lettera inviata da un giornalista a Carlo che definiva Ermanno come «figura di grande rigore morale che offrì l’immagine di come si svolge il servizio pubblico». Questo tributo significa «che Varese non dimentica i suoi figli migliori. Sono di parte perché era mio padre, ma pensando a come è stato come persona, è una gioia da varesino e amante di Varese vedere che la città lo ricorda».

Tanti gli anni di collaborazione «non solo dal punto di vista professionale ma anche umano»con la “sua” , la caposala che per a lungo ha affiancato Montoli e oggi si occupa dell’organizzazione area critica Sitra: «Mi ha insegnato tutto: a lavorare, ad avere rispetto delle persone, a metter il paziente davanti a tutto. Diceva sempre che è il paziente che detta le regole. Tanti degli miei infermieri che lavoravano con noi, l’hanno imparato con me. È stato un padre in tutti i sensi».

(Foto by Varese Press)