Profughi, la rabbia dei sindaci leghisti: «Basta prevaricazioni»

Giuseppe Longhin, responsabile enti locali provinciale del Carroccio, all’attacco: «Non possiamo essere tirati in ballo ora, dopo mesi di discriminazioni alle amministrazione, per trovare una soluzione che non c’è»

I sindaci leghisti della provincia di Varese si scagliano contro la situazione profughi al grido «Basta prevaricazioni». Dopo le proteste dei migranti (prima a Somma Lombardo, poi la scorsa settimana a Busto Arsizio e Uboldo) è Giuseppe Longhin, responsabile enti locali provinciale della Lega Nord, a commentare la situazione dopo la “chiamata” arrivata ai sindaci per risolvere la questione: «Non possiamo essere tirati in ballo ora, dopo mesi di discriminazioni alle amministrazioni, per trovare una soluzione che c’è.

L’affidamento della gestione dei clandestini, perché tale è il loro status finché l’organo preposto non assegna loro quello di profugo, alle cooperative che gestiscono i centri di accoglienza è un fallimento totale. Lo scarica barile messo in atto da una delle principali società che si occupa di accoglienza, la KB di Katiusha Balansino, che “rimette” nelle mani dei sindaci la gestione dei suoi 700 ospiti dopo che in 30 mesi ha incassato quasi 20 milioni di euro e che ha causato i problemi di protesta con blocchi stradali a Uboldo e “l’assalto” al municipio di Somma Lombardo non è un atto di misericordia come la stessa Balansino vuole far passare: si tratta di uno scaricarsi delle responsabilità assunte dopo l’assegnazione della prefettura». La richiesta è quella di «essere coinvolti e informati degli arrivi nei nostri comuni – spiegano gli amministratori leghisti – Già mesi fa, a seguito della chiusura di ben sette centri di accoglienza in provincia di Avellino, chiedemmo tramite una mozione protocollata in Provincia e nei nostri comuni, di avviare ulteriori controlli nei centri di accoglienza della provincia di Varese e di rendere pubbliche le assegnazioni alle società, cooperative o privati mettendo in atto tutte le azioni di propria competenza affinché gli eventuali nuovi bandi prevedano controlli più severi degli attuali, richiedendo nello specifico informazioni riguardo i soci delle cooperative, società o onlus vincitrici dei bandi e di istituire una procedura per informare i sindaci e gli amministratori, con le corrette tempistiche, delle assegnazioni sul territorio e per fare in modo che gli assegnatari dei bandi pubblichino bilanci specifici riguardo i costi sostenuti per le azioni di accoglienza, documentando fiscalmente le spese sostenute. Oggi circa 10 cooperative ospitano 1200 clandestini in 38 dei 138 comuni della Provincia, per una spesa annua che supera i 15 milioni di euro. Ma di questi solo al 5% viene riconosciuto lo status di profugo. il problema c’è e, come dimostrato dai fatti, la soluzione fin qui adottata non risolve nulla. Entro il 30 settembre ci ritroveremo per un incontro che dovrà necessariamente non solo chiarire la situazione ma trovare una soluzione perché non siamo più disposti ad accettare ricatti».