«Pronto a incatenarmi al tribunale»

Sergio Martelli e Patrizia Esposito commentano la difficile situazione della procura varesina

«Sono pronto a incatenarmi all’ingresso del tribunale. Se pensassi possa servire a sbloccare una situazione vergognosa, lo farei. Lo farei davvero». Sergio Martelli, presidente dell’Ordine degli avvocati di Varese commenta il futuro, tutt’altro che roseo, della giustizia varesina.

Dal prossimo autunno l’organico della procura conterà quattro pubblici ministeri, su un totale di 8. L’ufficio gip perderà un magistrato: sono due quelli che resteranno in servizio. Se ne andrà anche un giudice del civile. «E il giudice di pace? – gli fa eco Patrizia Esposito, presidente della Camera Penale di Varese – Restano in servizio due magistrati su un organo complessivo di 11. Due magistrati per tutta l’area di competenza. L’ufficio di Gavirate è stato chiuso, un decreto ministeriale ha mandato in pensione di forza il got che reggeva da solo tutto l’ufficio del giudice di pace di Luino».

Per capirci: davanti al giudice di pace sfilano praticamente il 90% delle cause che vedono coinvolti i comuni cittadini. Situazione grave? «Situazione disperata», spiega Esposito. Situazione che Martelli definisce: «vergognosa. La giustizia a Varese, come nel resto d’Italia, è sepolta. E nessuno vuole fare nulla. Quando grida d’allarme di questo tipo arrivano da Milano, da Torino, da Varese, da Brescia, da tutta Italia tu, ministero, devi intervenire. E invece no: si è scelto di non guardare in faccia al fatto che il problema giustizia è un problema sociale. Che deve essere risolto».

Non solo magistrati, però. «Anche e soprattutto personale amministrativo», spiega Esposito. Varese ha uno scoperto del 50%, ad esempio. In alcuni uffici c’è un solo funzionario. Che può ammalarsi o andare in ferie, bloccando di fatto il lavoro. «Sono 20 anni che i concorsi sono bloccati – spiega Esposito – 20 anni che uno dopo l’altro cancellieri, funzionari, amministrativi vanno in pensione senza che nessuno li sostituisca». «Non si vuole capire, si sceglie di investire su altro – spiega Martelli – si finge di non vedere. Abbiamo politici locali, politici nazionali, addirittura il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni è un iscritto al nostro ordine, lo dico come una battuta. Ma nulla cambia perché soltanto il ministero può intervenire. E risolvere lo sfascio: la giustizia non è più in grado di essere garantita in modo equo, in modo giusto, a Varese come nel resto d’Italia».

A Varese, tra l’altro, incredibilmente nessuno vuole venire a lavorare. I magistrati vanno, ma nessuno fa richiesta per venire a lavorare qui. «Forse Varese negli ultimi anni ha perso la sua buona nomea – sorride Esposito – È certo, visto che nessuno fa domanda per lavorare qui e che i magistrati non possono essere spostati coattivamente, Varese non esercita alcuna attrattiva». Arriveranno gli uditori per la procura. Nell’estate 2017, se va bene.

«Con buona pace di delinquenti e cittadini – conclude Esposito – i primi che non vedranno più i loro crimini perseguiti, e aspettiamo di vedere quanto questa paralisi inciderà sulle prescrizioni, i secondi perché non riusciranno ad avere, od otterranno tardivamente, quella giustizia alla quale invece dovrebbero avere diritto».